Stamina, l’opposizione boccia l’ispezione della Regione

Umberto Ambrosoli, coordinatore centrosinistra: "Inammissibile scaricar responsabilità sul Civile". Girelli: "Mantovani riferisca in commissione sanità".

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(red.) «Su Stamina la Regione fa scarica barile sugli Spedali Civili di Brescia cercando di nascondere le proprie responsabilità».
Lo ha dichiarato Umberto Ambrosoli, consigliere regionale Patto civico e coordinatore del centrosinistra, a proposito dell’ispezione avviata dalla Regione sul caso Stamina. «Nella peggiore tradizione di scarico delle responsabilità, la Regione indica gli Spedali Civili come unica struttura responsabile: secondo la Giunta nessun atto formale di Regione Lombardia avrebbe mai autorizzato la struttura sanitaria bresciana ad avviare la somministrazione del metodo della Stamina Foundation. E se anche fosse, nell’eccellenza del sistema sanitario lombardo un’importante struttura ospedaliera, un prestigioso centro di ricerca è lasciato libero di operare in tal senso? Come se non bastasse, da Palazzo Lombardia minaccia addirittura di procedere per danni di immagine. Posizione davvero bizzarra: ma a chi chiederanno i danni? All’assessore che ad ottobre voleva una mozione della Commissione per potere, con più forza, chiedere al Ministro alla Salute di riavviare la sperimentazione che lostesso Ministero aveva appena concluso in senso negativo per Stamina Foundation? O al Consiglio regionale, dove la maggioranza Lega-Pdl ha approvato una mozione rivolta alla prosecuzione della somministrazione presso la struttura bresciana? E’ sconfortante vedere questa scomposta corsa a cercar ripari alla vigilia della visita del Ministro Beatrice Lorenzin che chiede spiegazioni su tutta la vicenda. Ed è ridicolo l’annuncio di un’azione ispettiva affidata a chi rappresenta proprio le strutture all’interno delle quali le responsabilità vanno verificate».
Il riferimento è all’assessore Mario Mantovani,
 che ha assecondato con interventi in Consiglio e numerose interviste pubbliche la somministrazione del metodo e all’assessore Melazzini che, già dirigente apicale dell’Assessorato alla Sanità, nel 2012 ne ha preso la guida. «La verità è che i responsabili della Regione nulla fecero per impedire che la vicenda Stamina arrivasse al punto drammatico che conosciamo ed hanno anzi consentito la realizzazione delle attività della Stamina Foundation presso gli Spedali Civili di Brescia, arrivando, la precedente Giunta, ad intervenire costituendosi ad adiuvandum con gli Spedali Civili: contro la decisione del blocco imposto dall’Agenzia italiana del Farmaco (AIFA) alla somministrazione del metodo. Adesso gli stessi Assessori coinvolti si auto incaricano per una ispezione che già parte con la premessa di assenza di responsabilità da parte della Regione. Se non fosse una situazione che pretende serietà, ci sarebbe da ridere».
Per Ambrosoli, i
nvece della più rigorosa verifica critica su cosa non ha funzionato, ci si premura solo di dire che le responsabilità sono di altri, comportamento radicalmente in contrasto con la coraggiosa presa di posizione della Senatrice Elena Cattaneo che di fronte all’opinione pubblica nazionale si è assunta, pur contrastata, la responsabilità di difendere i valori della ricerca scientifica. «La forza di tale gesto risalta ancor di più davanti all’inerzia e all’ipocrisia della politica e davanti, se non alla nuda e cruda incapacità, sicuramente alla non linearità dell’amministrazione regionale. Un gesto serio e coraggioso, concreta declinazione di un’eccellenza sanitaria lombarda della quale evidentemente gli interpreti sono gli operatori, condiviso da tanti eminenti medici e ricercatori, tra cui quelli inascoltati della Commissione di Saggi nominata dalla stessa Regione. A fronte di tale esemplare atteggiamento di rigore e coraggio, ancor di più il tentativo di chi vuole oggi sfuggire ad un’analisi rigorosa dei fatti appare del tutto inqualificabile. E’ ormai tempo di riportare per tutta la vicenda Stamina, ruolo e competenze in capo alla comunità scientifica».
All’incirca dello stesso tenore l’intervento del
consigliere regionale bresciano del Pd Gian Antonio Girelli  che respinge al mittente l’iniziativa di Maroni su Stamina e torna a chiedere con forza che venga avviata l’indagine conoscitiva da parte della commissione sanità del Consiglio regionale, come già chiesto dall’opposizione. «È inaccettabile  il tentativo del presidente Maroni di derubricare la vergognosa vicenda Stamina a una responsabilità del presidio ospedaliero di Brescia. È impensabile che la Giunta regionale possa garantire la necessaria terzietà nella valutazione di una vicenda che la vede pesantemente coinvolta. Da tempo, prima con l’assessore Bresciani e poi con il vicepresidente Mantovani chiediamo chiarimenti in merito senza avere alcuna risposta, quando risulta evidente un diretto ruolo svolto da funzionari e amministratori di Regione Lombardia. Chiediamo quindi con fermezza che nella seduta di mercoledì della commissione sanità vengano calendarizzate le convocazioni di seduta per svolgere un’indagine conoscitiva su tutta la vicenda Stamina. Occorre che si raccolga materiale e si chiamino in audizione le persone interessate. Tra queste, noi riteniamo necessario sentire, oltre al personale medico degli Spedali Civili, anche i vertici dell’assessorato, i “saggi” nominati da Maroni per la sanità lombarda, a partire dai professori Veronesi e Remuzzi, i responsabili dei tre laboratori lombardi certificati a livello internazionale per la manipolazione delle cellule staminali, nonché il vicepresidente di Fondazione Stamina Marino Andolina, autore di dichiarazioni inquietanti rispetto al coinvolgimento di Regione Lombardia».
Girelli chiede inoltre che si attivi una forte sinergia con le commissioni sanità di Camera e Senato. «Stamina è una vicenda nata sulla non chiarezza, che si è sviluppata più per sensazionalismi mediatici che per rigore scientifico e che ha ora bisogno di momenti di assunzione di responsabilità e di individuazione della verità. Non siamo disponibili ad avallare il tentativo in atto di risolvere il caso come una semplice “questione bresciana”. Basta con le omissioni, i silenzi, le posizioni contraddittorie e le inaccettabili speculazioni politiche».

 

 

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