Calvesi, 25 mila euro di danni all’Atletica

La società sportiva che utilizzava il campo di via Morosini per allenarsi ora chiede i danni per la sua chiusura dovuta alle bonifiche del Pcb.

( red.) Una richiesta di rimborso da 25 mila euro. Questo è quanto chiede l’Atletica Brescia per le tessere pagate e mai utilizzate, oltre che per i danni sportivi ed economici  causati dalla chiusura del campo Calvesi, sequestrato dalla Procura il 10 maggio scorso per via delmancato rispetto dei divieti di utilizzo delle particontaminate da Pcb.
Dall’altra parte, il gestore che sostiene di essere sempre stato disponibile a restituire il denaro delle tessere. Il tutto, con la San Filippo Spa, società comunale che ha dato in concessione il campo a Giancarlo Zamboni, presidente dell’associazione sportiva Libertas Gussago, pronta a fare da intermediaria tra i contendenti prima che il contenzioso finisca il tribunale. E in mezzo c’è la Loggia, che ora vuol chiarirsi le idee sulla gestione del Calvesi.
Tutto è iniziato con la decisione della Procura di mettere i sigilli al terreno di allenamento di molti atleti bresciani: le parti erbose, teoricamente inaccessibili perché inquinate, erano sistematicamente calpestate. Il divieto non veniva fatto rispettare. L’Atletica Brescia ha inizialmente chiesto al gestore la restituzione delle quote versate per l’utilizzo del campo, 2.300 euro. In seguito, come raccontato ieri, ha alzato la posta chiedendo al gestore danni per 25 mila euro, dato che nei mesi scorsi ha dovuto attraversare la provincia per dare ai propri iscritti uno spazio per allenarsi.
Nella vicenda rientrano tra l’altro anchegli atleti che hanno pagato la tessera direttamente alla Libertas, in alcuni casi anche appena prima del sequestro, senza poter utilizzare lo spazio. Zamboni sostiene di aver restituito i soldi a chi ne ha fatto richiesta (50 euro per i residenti in città, 80 per chi viene da fuori): «Non ho mai ricevuto alcuna lettera dall’Atletica Brescia». La quale, ora, è pronta ad andare per avvocati. Simone Massenza, presidente della San Filippo, spiega che la società è disponibile a fare da paciere e precisa che in seguito al sequestro alla Libertas non sono andati tutti i 25mila euro previsti dalla convenzione, «ma solo una quota minima per la custodia del campo».

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