Stamina, Andolina: “Rappresaglia sul Civile”

E' quanto si legge in una mail, pubblicata dal quotidiano La Stampa. Il numero 2 della Fondazione si difende: "Solo una macchina del fango".

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(red.) Ora sulla lista d’attesa per accedere al metodo Stamina al Civile di Brescia cala l’ombra del sospetto: una rappresaglia di Stamina contro l’ospedale?
Un dubbio che emerge leggendo una mail del 27 aprile, pubblicata dal quotidiano La Stampa scritte da Marino Andolina, pediatra e vicepresidente di Stamina a Fulvio Porta (amico e allievo di Andolina), responsabile del reparto di pediatria oncologica degli Spedali Civili e a Carmen Terraroli, allora responsabile del comitato etico del Civile che diede l’ok alla metodica di Stamina nell’ospedale bresciano. «Miei cari, lo sapete che vi voglio bene, ma fate parte di un ente che ha fatto ricorso contro la bambina con Sma che più ho amato dopo Celeste: Desiree Larcher. Siete indagati per aver usato farmaci pericolosi, potevate ottenere la disapplicazione del decreto Aifa dal Tar e avete fatto in modo che ciò non avvenisse». E ancora: «La sofferenza della famiglia Larcher merita una rappresaglia. Finora avevo cercato di frenare nei limiti del possibile i pazienti con malattie anche gravi e curabili. Ora invece ho firmato cento prescrizioni per altrettanti pazienti».
In un’altra mail, sempre Andolina supplicava Porta di tenere ricoverata Sofia fino ed oltre il trattamento con staminali, in modo da evitare che deceda nelle settimane necessarie affinchè l’effetto delle staminali, che non compare prima di un mese, potesse apparire.«Sarebbe doppiamente tragico che si dicesse che la bambina è morta dopo le staminali, che non possono dare vantaggi prima di un mese dall’iniezione».
Per Andolina sarebbe sconcertante il fatto che la macchina del fango abbia colpito anche lui. Il medico ha spiegato che, nella mail  si era lamentato per l’atteggiamento dei dirigenti dell’ospedale che si erano opposti alle cure di Desiree, sostituita in lista d’attesa da tre congiunti di dirigenti medici di Brescia.
Quanto alla mail su Sofia, la madre, Caterina Ceccuti, ha sottolineato che in effetti il dottor Andolina chiese che gli Spedali Civili di Brescia tenessero ricoverata Sofia più a lungo per scongiurare il rischio di disidratazione che poi ha effettivamente comportato il vomito neurologico.

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