Serle, l’autopsia conferma colpo a bruciapelo

(red.) L’autopsia svolta nella giornata di mercoledì 18 dicembre sembra confermarlo: il colpo di fucile che ha stroncato la vita di Eduard Ndoj, 26enne albanese ladro professionista, è partito da distanza ravvicinata. Proseguono le indagini sul caso di Serle, dove un malvivente è morto lo scorso sabato 15 dicembre per mano di Mirko Franzoni, meccanico di 29 anni e fratello della vittima del furto.
Secondo l’esame sulla salma del 26enne, il diametro del foro d’ingresso dei proiettili è di pochi centimetri. Con una rosa concentrata e non ampia, quindi, è ipotizzabile il colpo a bruciapelo, magari proprio durante una colluttazione, come ha raccontato agli inquirenti il ragazzo bresciano, accusato di omicidio volontario e in carcere da circa tre giorni. A confermare la tesi dell’indagato ci sarebbe anche la telefonata fatta dal vicino di casa, per allertare il 112. Sarebbe stato proprio Franzoni a chiedere a Mario Sorsoli di chiamare i carabinieri, qualche istante prima del colpo esploso.
Sempre mercoledì Mirko Franzoni, accompagnato dai suoi legali, Gianfranco e FedericoAbate, è stato interrogato per più di due ore dal gip Paolo Mainardi. Il giovane ha ribadito, per l’ennesima volta, la propria versione dei fatti. Ha spiegato di aver premuto il grilletto per errore, proprio durante i momenti della colluttazione con il ragazzo albanese. Il giudice, dopo aver annotato le risposte, non si è ancora espresso sulla misura cautelare da adottare.