Macogna, due ricorsi contro la discarica

Sono due e separati gli esposti che i quattro comuni coinvolti devono presentare al Tar. Nel mirino c'è sempre l'autorizzazione provinciale al trattamento dei rifiuti.

(red.) Un problema, due soluzioni. I quattro comuni coinvolti nella costruzione della discarica alla Macogna, si dividono nella strategia di lotta. Sono infatti due e separati i ricorsi che saranno presentati nelle prossime ore al Tar. Da una parte quello di Rovato, Travagliato e Berlingo, dall’altra Cazzago S. Martino. Entrambi i ricorsi sono nati per contrastare il progetto della costruzione della discarica che dovrebbe nascere sull’area verde al confine fra i quattro comuni bresciani e che ha già ricevuto l’autorizzazione da parte della Provincia. Nel mirino di entrambi i procedimenti c’è infatti l’autorizzazione 2.837 del 10 luglio scorso, con cui la Provincia di Brescia «approva il progetto, la realizzazione e la gestione di un impianto di discarica di rifiuti inerti e di deposito preliminare di rifiuti inerti e rifiuti speciali non pericolosi, in località Macogna».
La nuova discarica, richiesta dalla Drr di San Polo, si estenderà complessivamente su 101mila metri quadrati di terreno, di cui 82 mila dedicati materialmente ai rifiuti: un milione e trecentocinquantamila metri cubi di rifiuti che vanno dagli scarti dell’edilizia agli scarti di ceramica, dalle fibre a base di vetro alle anime di fonderia. E ancora: i fanghi di risulta dei pozzi di acque dolci alla ghiaia, fino ai rifiuti da estrazione di minerali e alle scorie non trattate.
Insomma, un progetto radicalmente opposto a quello che vorrebbe fare dell’area franciacortina un’enorme parco verde da dedicare alla flora e alla fauna. Una battaglia ancora aperta che ha già provocato aspre polemiche politiche, con le critiche del Pd rovatese alla Giunta di centrodestra. Discarica o parco? Sarà solo il tribunale a decretare il destino del territorio.

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