Lancini al giudice: «Revochi i domiciliari»

Lunedì 11 novembre il sindaco di Adro si è presentato davanti al gip Bonamatini per spiegare la sua versione dei fatti. Insieme a lui anche gli altri indagati.

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(red.) Ad aspettarlo, la mattina di lunedì 11 novembre nell’aula del Tribunale di Brescia c’era il gip Cesare Bonamartini.
Oscar Lancini, il sindaco di Adro finito nell’occhio del ciclone delle indagini che riguardano i presunti appalti commissionati ad amici privati. Durante l’interrogatorio di garanzia ha rilasciato dichiarazioni spontanee nelle quali ha dato la propria versione dei fatti, chiedendo la revoca degli arresti domiciliari cautelativi.
Il sindaco leghista, attualmente sospeso e ai domiciliari, si è proclamato innocente e avrebbe spiegato nel dettaglio, anche con argomentazioni tecniche, che tutto quanto ha fatto in tema di appalti risulterebbe conforme alla legge.
Il legale di Lancini, l’avvocato Luigi Frattini, ha chiesto per il suo assistito la revoca della misura cautelare dei domiciliari.
Anche le altre persone di Adro coinvolte nell’indagine, tra cui il segretario comunale Carmelo Bagalà e gli imprenditori Alessandro Cadei ed Emanuele Casali, arrestate venerdì nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione degli appalti nel comune bresciano, si sono avvalse della facoltà di non rispendere nel corso dell’interrogatorio di garanzia.
Come Lancini, l’assessore ai Lavori pubblici Giovanna Frusca si è dichiarata innocente e ha reso una dichiarazione spontanea ricostruendo il proprio operato. Non hanno risposto alle domande del Gip Bonamartini Cadei e Casali, il responsabile dell’area tecnica del Comune di Adro Leonardo Rossi e Bagalà.

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