Stamina, “la Regione non può scavalcare la scienza”

(red.) “Non ci si chieda di essere complici di percorsi ulteriormente confusivi e titubanti – dove l’avverbio ulteriormente è una critica all’aver in origine acconsentito al rapporto tra Spedali Civili di Brescia e Stamina Foundation – a fronte di esigenze che richiedono, per rispetto del valore della vita, massima chiarezza e sicurezza. Non chiedeteci di partecipare a questo voto”.
Così Umberto Ambrosoli, leader dell’opposizione di centrosinistra in Consiglio regionale, ha concluso il suo intervento in Aula nella discussione in merito alla mozione su Stamina presentata e approvata dalla maggioranza.
“Un colpo al cerchio e uno alla botte potrebbe essere il titolo di questa mozione – aveva esordito Ambrosoli – come del resto sempre è quando si opera non per il raggiungimento di un risultato nel quale si crede, ma per non assumere responsabilità. Da un lato il documento chiede all’assessore di fare ciò che – se lo avesse ritenuto giusto o opportuno –  già avrebbe potuto fare, per esempio nell’interesse degli operatori del servizio sanitario degli Spedali Civili di Brescia; dall’altro mette in discussione l’esito dei lavori del Comitato scientifico ministeriale che ha decretato la pericolosità per la salute del metodo in questione”. Al punto che l’emendamento Tizzoni, poi non accolto, proponeva espressamente il riavvio della sperimentazione ministeriale.
“Con questa mozione  – ha proseguito Ambrosoli – altro non si fa che aggiungere un ulteriore mattone al muro della confusione che caratterizza tutta la vicenda, muro contro cui si infrangono le disperate aspettative di chi è più debole e proprio per questo bisognoso di tutela, non di false speranze”.
“L’Aifa, il Centro nazionale trapianti e il Ministero della salute vanno tutti in un’unica, chiara direzione. Un’Assemblea regionale non può smentirla, rappresentando che sia consentito eseguire cure e trattamenti in assenza di qualsivoglia fondamento scientifico. Il diritto alla salute non può essere esercitato nell’arbitrio e disconoscendo le risultanze delle analisi e delle valutazioni fatte dagli enti preposti”.

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