Cerveno, sequestro Riva: chiuso stabilimento

Lo ha comunicato l'azienda di Taranto, che ha anche annunciato l'intenzione di impugnare il provvedimento della Magistratura.

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(red.) Dopo il sequestro, il Gruppo Riva blocca l’attività produttiva di Riva Acciaio.
Una decisione che ha i suoi riflessi anche nella provincia di Brescia, dove il Gruppo ha uno stabilimento a Cerveno. Il provvedimento, che si legge in una nota dell’azienda,  si è reso necessario poichè il sequestro preventivo, ordinato dalla Magistratura di Taranto e notificato a Riva Acciaio lo scorso 9 settembre «sottrae all’Azienda ogni disponibilità degli impianti – che occupano oggi circa 1.400 addetti – e determina il blocco delle attività bancarie, impedendo pertanto la normale prosecuzione operativa della società».
Oltre a Cerveno, il provvedimento interessa anche gli stabilimenti di Verona, Caronno Pertusella (Varese), Lesegno (Cuneo), Malegno, Sellero e Annone Brianza (Lecco) e le attività di servizi e trasporti (Riva Energia e Muzzana Trasporti).
Come riferito nella nota, Riva Acciaio impugnerà nelle sedi competenti il provvedimento di sequestro, già attuato nei confronti della controllante Riva Forni Elettrici «ma nel frattempo deve procedere alla sospensione delle attività e alla messa in sicurezza degli impianti cui seguirà, nei tempi e nei modi previsti dalla legge, la sospensione delle prestazioni lavorative del personale (circa 1.400 unità), a esclusione degli addetti alla messa in sicurezza, conservazione e guardiania degli stabilimenti e dei beni aziendali».
«La Lega Nord chiede che il ministro Flavio Zanonato riferisca immediatamente in Aula su come il governo intenda far desistere la magistratura da una decisione di una gravità inaudita che mette in ginocchio un intero comparto e che rischia di mandare per strada migliaia di persone». Lo ha dichiarato in Aula Davide Caparini, responsabile della comunicazione della Lega Nord. «Il sequestro preventivo dei beni immobili, delle disponibilità finanziarie e delle quote societarie per oltre 916 milioni di euro disposto dal gip di Taranto che interessano Ilva, Riva Forni Elettrici e Riva Fire blocca di fatto l’operatività di tutte le aziende del gruppo. Si tratta di una decisione folle che sta mettendo a repentaglio la capacità produttiva e occupazionale di un settore chiave della nostra industria. Il Gruppo Riva Forni Elettrici conta circa 5000 dipendenti, impiegati in 20 siti produttivi e di lavorazione di cui 12 in Italia, tra cui il primo stabilimento produttivo con forno elettrico di Caronno Pertusella realizzato nel 1957, le Acciaierie e Ferriere del Tanaro a Lesegno in provincia di Cuneo, le Officine e Fonderie Galtarossa di Verona».
Secondo Marco Bonometti, presidente di Associazione Industriale Bresciana, «il rispetto dell’operato della Magistratura è fuori discussione. Non conosco i termini esatti della decisione assunta. Ritengo che in ogni caso sia da salvaguardare la continuità dell’attività produttiva, senza la quale si porrebbe in discussione la sopravvivenza dell’azienda, con pesanti ripercussioni negative che oggi nessuno, in Italia, si può permettere».

 

 

 

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