Castelli Calepio, il centro commerciale non si farà

Accolto dalla Quinta Sezione del Consiglio di Stato il ricorso del Comune di Palazzolo. Non sono stati rispettati i vincoli ambientali e paesaggistici.

(red.) Ventinove pagine. Tanti i fogli del verdetto depositato mercoledì nella cancelleria del Consiglio di Stato in cui si spiegano per filo e per segno le motivazioni in merito all’affossamento del centro commerciale di Castelli Calepio.
La Quinta Sezione di Palazzo Spada ha rovesciato la sentenza del Tar ottenuta nel marzo 2010 e accolto il ricorso di primo grado presentato dal Comune di Palazzolo, annullando l’autorizzazione rilasciata dal paese bergamasco all’impresa Zerbini & C. L’autorizzazione commerciale prevedeva proprio la costruzione di un’enorme struttura di 80 mila metri quadri, destinata al commercio al dettaglio.
Il ricorso del Comune di Palazzolo (Brescia) era motivato dai timori che la struttura potesse sconvolgere l’assetto viabilistico e ambientale del paese, anche perché la struttura, ora bloccata, sarebbe dovuta sorgere proprio al confine tra le province bergamasca e bresciana. Inoltre a preoccupare erano le possibili ripercussioni sul tessuto economico dell’area. Se in un primo momento il Tar aveva considerato legittima l’autorizzazione di Castelli Calepio all’edificazione del centro commerciale, giudicandola anche rispettosa della Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA), ora i cinque giudici d’appello hanno messo la parola fine al progetto. Al comune bergamasco spetta anche l’onere delle spese di cancelleria, mentre il pagamento delle parcelle dei legali resta vincolato alle rispettive parti.

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