La partigiana Agape chiede grazia per Priebke

La ex staffetta bresciana delle Fiamme Verdi, che a 18 anni conobbe l' ufficiale dell’Ss, condannato per l’eccidio delle Fosse Ardeatine, la chiederà a Napolitano.

(red.) Una richiesta di grazia per l’ ex ufficiale dell’Ss Erich Priebke, 100 anni da compiere e una condanna da scontare a Roma per l’eccidio delle Fosse Ardeatine.
La seconda richiesta, l’altra la presentò una decina di anni fa all’allora presidente Azeglio Ciampi, Agape Nulli, partigiana bresciana delle Fiamme Verdi, è intenzionata a inoltrarla al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
Una decisione che vuole essere anche un gesto di pacificazione e di soluzione definitiva ai rancori che la storia di quel tragico passato, così vicino a noi, porta con sé. Una “stretta di mano” virtuale che la partigiana Agape, che nel nome porta già le ragioni del suo carattere, tende a un uomo che fece parte del sistema nazista, che si macchiò di crimini contro l’umanità e che il destino ha voluto gli venisse concessa una lunga vita, più lunga di quella delle vittime a cui la strappò con la violenza.
Basta ai veleni, all’odio, alle accuse. Agape conobbe Priebke nel carcere di Canton Mombello a 18 anni quando venne interrogata e detenuta per nove mesi dopo l’arresto in sella alla sua bicicletta mentre faceva da staffetta per portare armi e munizioni ai partigiani bresciani, sfidando con estremo coraggio i blocchi tedeschi sulle strade.
In quell’occasione l’ufficiale tedesco, allora sulla trentina, le chiese se avesse letto la Bibbia, forse per sapere se era di origini ebraiche. In un altro episodio la Nulli ha ricordato che fu proprio Priebke a far sì che i detenuti ottenessero un pranzo a base di pastasciutta e ragù. Un barlume di umanità che, a distanza di tanti anni, Agape ricorda ancora, insieme però a quella stagione dell’odio e del rancore che riguardò tutti, da entrambe le parti.

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