Staminali, querelle sulla sperimentazione

Il presidente della Stamina Foundation ha deciso di non consegnare le carte entro la data prevista. "In commissione, esperti che ci hanno criticato".

(red.) Slitta la sperimentazione sul metodo Stamina, che prevede l’utilizzo terapeutico di cellule staminali mesenchimali.
Lunedì 1 luglio, data che doveva segnare l’inizio dell’iter secondo il decreto Lorenzin, il ministero della Salute ha in programma la formalizzazione dei nomi della commissione che dovrà sovrintendere alla sperimentazione, presieduta dal presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Fabrizio Oleari.
Il presidente di Stamina Davide Vannoni fa sapere, però, che martedì 2 luglio non ha intenzione di presentare, come era previsto, i documenti della sua metodica: se ne riparlerà, forse, nella seconda settimana di luglio. E intanto Vannoni non risparmia critiche al ministero: «Dalle prime notizie mi pare che si stiano compiendo scelte arroganti, senza tenere conto delle nostre richieste»,  ha spiegato all’AGI.
 Vannoni in particolare obietta che tra gli esperti della commissione figuri il genetista Bruno Dallapiccola, «che ha parlato male di noi per più di un anno. Noi chiedevamo soggetti super partes, e questo non mi pare un buon inizio». Inoltre, tra le tre patologie su cui si avvierà la sperimentazione figura la Sma 1, «che noi avevamo chiesto di non includere perchè troppo complessa da valutare in 16 mesi, senza contare che la metodica ridotta, prevista per la standardizzazione, non e’ mai stata provata sulla Sma».
In ogni caso, Vannoni si dice disponibile «a procedere con la sperimentazione. Ho già parlato con Oleari, e credo che venerdì 5 luglio fisseremo altre due date per incontrarci e consegnare la metodica ridotta come ci e’ stato chiesto, cosa su cui stiamo lavorando». Intanto, il presidente di Stamina ricorda che «la vera emergenza e’ a Brescia. Mentre discutiamo di sperimentazione ci sono 220 persone in lista d’attesa, in gravi condizioni, a cui viene detto che la prima infusione la faranno nel 2015. Spero che il ministero non voglia fare la conta dei morti, già abbiamo perso due persone e sono fin troppe».

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