Carceri, ok al decreto: sì alle misure alternative

Il premier Enrico Letta: ''Cominciamo a dare una risposta di dignità''. Cancellieri: ''Non è uno 'svuotacarceri', ma un nuovo modo di intendere l'espiazione della pena''.

(red.) l Consiglio dei ministri ha approvato il Decreto legge sulle carceri. ”Cominciamo a dare una risposta di dignità di un Paese che non può essere accusato” per la questione dell’emergenza nelle carceri, ha detto il premier Enrico Letta. “Era un dovere morale”, ha aggiunto.
Il decreto legge sulle carceri vuole favorire ”un cambio culturale” per quanto riguarda ”la gestione e il trattamento dei detenuti”, ha spiegato il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri(già prefetto a Brescia), al termine della riunione dell’esecutivo. Cancellieri ha sottolineato che il provvedimento ”non è uno ‘svuotacarceri”’ e che attualmente ”solo cinquemila detenuti svolgono attività lavorativa” all’interno dei penitenziari e hanno così ”la possibilità di metabolizzare il passaggio in carcere”, con ricadute ”interessanti” in termini di abbassamento del tasso di recidiva dei reati.
”Con questo provvedimento”, ha aggiunto Cancellieri, “siamo andati a vedere come offrire un’alternativa al carcere. Tutti i meccanismi alternativi vengono posti in essere con l’assoluto controllo da parte del magistrato e l’esclusione dei responsabili di reati gravi. Non so sulla base di cosa qualcuno ha stabilito che i mafiosi usciranno, non è provvedimento ‘svuotacarceri’ ma punta ad un nuovo modo di intendere l’espiazione della pena”. ”Si è andati a toccare gli aspetti normativi del fenomeno delle cosiddette ‘porte girevoli’, per cui il detenuto entrava in carcere, ci stava pochi giorni e poi veniva mandato ai domiciliari”. Un fenomeno, ha spiegato il Guardasigilli, ”che porta un movimento di 20-30mila persone che vanno e vengono” dalle carceri.
Il dl approvato oggi dal Cdm, ha precisato poi Cancellieri, non ha “nulla che possa essere letto a favore o contro” la posizione di Silvio Berlusconi. “Si tratta di un provvedimento per la popolazione giudiziaria. Non c’è assolutamente nulla” per Berlusconi.
Lo schema di decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri contiene, sottolineano al ministero, disposizioni volte a fornire ”una prima risposta al problema del sovraffollamento penitenziario che comporta costi altissimi sotto il profilo umano e sociale, causati dalla lesione dei diritti fondamentali di decine di migliaia di persone detenute. Inoltre, oggi siamo di fronte ad un ulteriore indifferibile urgenza derivante dalla reiterata condanna del nostro Paese da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo”. Il provvedimento intende realizzare un alleggerimento del sistema penitenziario a beneficio dei detenuti di non elevata pericolosità. La proposta si articola su due fronti: innanzi tutto la previsione di misure dirette a incidere strutturalmente sui flussi carcerari, agendo in una duplice direzione: quella degli ingressi in carcere e quella delle uscite dalla detenzione. Previsto poi il ”rafforzamento delle opportunità trattamentali per i detenuti meno pericolosi, che costituiscono la maggior parte degli attuali ristretti”.
Cosa potrebbe cambiare a Brescia con questo decreto? Come sottolineato qualche tempo fa, nel carcere cittadino di Canton Mombello la situazione di sovraffollamento cronico non subirebbe un alleggerimento così consistente: infatti, secondo quanto prevede il disegno di legge del Governo, ad uscire anticipatamente sarebbero solamente quei detenuti che devono scontare pene brevi ma che non possono beneficiare di sconti o di alternative. Dei 200 definitivi circa a Canton Mombello, una sessantina hanno un fine pena inferiore ai cinque mesi e quindi dovrebbero restare comunque dietro le sbarre.
Attualmente a Canto Mombello sono ospitati 491 detenuti e ad uscire sarebbero non più di una ventina. Troppo pochi se confrontati con una percentuale di affollamento carcerario che supera il 225% della capienza regolamentare.
Tuttavia, secondo Carlo Alberto Romano, docente all’Università di Brescia e presidente dell’associazione Carcere e Territorio, il provvedimento avrà comunque ricadute positive sulla popolazione carceraria, poicheè, ha spiegato, al di là dei numeri, questo decreto consetirebbe al giudicedi ricorrere, almomentodellacondanna, a una soluzione alternativa al carcere, come ai lavori di pubblica utilità, di cui otrebbero godere soprattutto soggetti colpevoli di reati in materia di stupefacenti, che costituiscono, da soli, un terzo dei condannati definitivi. A Canton Mombello, per esempio, sarebbero, sul totale, circa 150.

 

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