Del Bono contrattacca: “Non siete trasparenti”

Il candidato sindaco del centrosinistra di Brescia ha risposto alle accuse di Rolfi e Saglia: "Ribadisco tutte le cose che ho detto in questa campagna".

(p.f.) Non torna indietro di un passo, Emilio Del Bono, che replica alle accuse di Stefano Saglia e Fabio Rolfi sulle “bugie dette dal Pd nella campagna elettorale” in corso a Brescia per le elezioni amministrative. “Ribadisco tutte le cose che ho detto in questa campagna, in termini polemici e costruttivi. Tutto ciò che diciamo noi è sempre argomentato, motivato. Io non ho un approccio ideologico, ma amministrativo e pragmatico e se dico delle cose mi documento. Non sempre rivedo la stessa cosa su Paroli”.
A sostegno di questo, Del Bono cita alcuni esempi. Sul primo, quello del Bigio. ricorda che, rispondendo alla sua interrogazione in consiglio comunale, l’assessore ai Lavori pubblici Mario Labolani aveva spiegato che il costo era di 100mila euro. Paroli aveva poi detto che la spesa ammontava a 360 mila euro, mentre l’assessorato aveva comunicato la cifra di 450mila euro. “Che amministrazione è quella che dà una risposta diversa sullo stesso argomento, a seconda dell’interlocutore? C’è una totale mancanza di trasparenza intorno ai dati e ai soldi dei bresciani”.
Stessa cosa vale per il Giro D’Italia. “Noi non siamo contro il Giro d’Italia, vogliamo solo che si dica a quanto ammonta la sponsorizzazione di A2A, a quanto quella di Centrale del Latte e a quanto quella di Brescia Mobilità. Possiamo saperlo? Perché venire a raccontare la balla che il comune non tira fuori un soldo, quando tutti sanno che gli sponsor sono del comune? Ce lo dicano, dopo di che si fanno i conti. Così come ci dicano quante sono le ore di straordinari, quanto costano le asfaltature, il transennamento delle vie. Credo che sia questo il modo serio di procedere”.
La non chiarezza, per Del Bono è il punto debole di Paroli. “Io non ho nulla di cui pentirmi, cerco sempre di documentarmi e infatti non mi è mai capitato una volta di essere smentito, se non con affermazioni generiche”. Per il programma di governo e la previsione di una riduzione del personale, Del Bono conferma la volontà di riorganizzare la spesa del comune e delle società partecipate, di portare a 30 il numero di dirigenti. “C’è qualcuno che po’ smentire che i dirigenti costano in media 200mila euro lordi? Posso dire che bisogna riorganizzare la spesa del comune che, come mi ha detto il ragioniere capo, con un’opportuna razionalizzazione può risparmiare 2-3milioni di euro?”.
Del Bono sfida poi Paroli a discutere sul piano dei contenuti. “I cittadini bresciani sanno quello che voglio fare io, ma non sanno cosa vuole fare Paroli: vuole fare ancora la sede unica del comune? Il Parco delle cave? Lo dica, e i cittadini si esprimeranno su questo”. Per quanto riguarda il richiamo alle vicende giudiziarie (carte di credito, Matisse), secondo Del Bono dire che la Loggia ha attraversato delle vicende giudiziarie non è una bugia. “Sono notizie recenti gli sviluppi dell’inchiesta Semaforo Rosso. Non ci siamo inventati noi la truffa di Artematica e non ci siamo inventati noi che la magistratura sta indagando su Brixia Sviluppo. Se non sono notizie vere, ci dicano perché. Che sia è mancato il controllo o la vigilanza, resta il fatto che non è un buon segno per un’amministrazione pubblica vivere queste vicende”.
Su A2A, Del Bono ha ribattuto che se i dividendi sono al minimo storico, la responsabilità la si deve cercare nell’attuale cda. “Dove sono le bugie? Ci dicano che queste cose sono false, ci diano i dati sui soldi e io prenderò atto. Capisco che sono alla canna del gas, che finiti i cinque anni consegnano alla città più detriti che progetti, ma non ci posso fare niente. C’è solo una possibilità nelle mani dei bresciani: mandarli a casa”.
Una replica arriva anche da Luigi Morgano, chiamato in causa per il suo ruolo nella vicenda A2A. “Sono le solite polemiche di quando uno non ha argomenti. Che io decidessi tutto quello che mi attribuiscono, mi risulta un po’ eccessivo. Vale la pena ricordare che la proposta di fusione ci venne dai rispettivi cda. A2A è l’esito di due società già quotate, con cda che hanno la titolarità delle loro azioni. Saglia”, ha aggiunto Morgano, “dimentica che lui era favorevole e sostenne l’operazione, da sottosegretario allo sviluppo economico, anche contro il suo partito”.
L’ex-vicesindaco ha anche spiegato che Brescia e Milano hanno sottoscritto patti parasociali “rispettati finché c’eravamo noi. Da ultimo, vorrei ricordare che io non ho bloccato la città per mesi, perché i due cda hanno votato quando io non ero più assessore al Bilancio né assessore della giunta Corsini. Se vogliono fare polemica, che si informino almeno correttamente”.
“Pinocchio è la giunta Paroli”, ha continuato Riccardo Frati, candidato nella lista del Pd, “che ha annunciato come certe, addirittura spiegando la tempistica, una serie di opere importanti, che per fortuna non sono state fatte. Il nuovo stadio, il campus (su cui siamo d’accordo), la sede unica del comune: nulla è stato fatto. Le polemiche sono frutto di nervosismo”.
Infine, Del Bono denuncia anche le sue preoccupazioni a seguito dell’intervento della giunta di Maroni a Brescia. “Ci sono due questioni centrali. Innanzitutto, ci tirano per il sedere sulla moratoria dei centri commerciali. C’è una piccola subordinata in quella legge, cioé che la moratoria non vale per gli accordi di programma. Quindi, tutti i centri commerciali già in programma a Brescia, da Sant’Eufemia a via Triumplina si faranno. Per cui i bresciani si beccano tutti i centri commerciali”.
Secondo punto, il contributo una tantum per la metropolitana. “Maroni ci deve spiegare perché non ci dice quanto ci darà sul rimborso km-ferro. Queste son cose importanti da dire. I bresciani hanno il diritto di saperlo. Io voglio parlare di cose della città, Brescia ha dei problemi seri che vanno affrontati”.

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