Montichiari, marcia contro l’elettroshock

Domenica 7 aprile nuovo presidio davanti all'ospedale da parte del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani per dire no "alla brutale e barbara pratica".

 

(red.) Domenica 7 aprile, a Montichiari, nel bresciano, si svolge la seconda manifestazione contro l’elettroshock. Davanti all’ospedale i volontari del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani marceranno contro “la  brutale e barbara pratica dell’elettroshock”.
Il corteo partirà dall’ospedale (raduno alle  10,30) e arriverà in Piazza Garibaldi, “per  mostrare  ai monteclarensi ciò che avviene nella loro cittadina”.
I volontari del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU Onlus) hanno già manifestato sabato 9 marzo contro l’uso dell’elettroshock (TEC) ed è da anni che stanno lottando per chiedere una legge che abolisca i trattamenti psichiatrici invalidanti in tutte le strutture sanitarie pubbliche e private del territorio nazionale.
Ma la battaglia punta anche ad un risarcimento economico e di status ai cittadini che hanno subito invalidazioni neurologiche, che siano stati sottoposti a tali trattamenti senza il loro dichiarato e consapevole consenso o con l’acquisizione di un consenso poco informato dei familiari.
La discussione e protesta contro l’elettroshock si è accesa all’indomani della pubblicazione della relazione sullo stato della Salute in Italia, presentata dal Senatore Marino. Nella relazione si indica Montichiari come uno degli ospedali nazionali dov’è più in uso questa pratica.
“L’uso dell’elettroshock in così vasta proporzione è equivalente a dire che la medicina non ha fatto passi avanti. O che la Psichiatria non ha altri metodi che piazzare elettrodi in testa alle persone, nella speranza che stiano meglio”, ha commentato Emilia Kwasnicka, portavoce del CCDU Brescia. “E’ una pratica barbara, di non comprovata certezza curativa, eppure continua ad essere usata e abusata.”

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