Caffaro, Asl: “Dati parziali ed allarmistici”

In una nota, l'azienda sanitaria locale di Brescia è intervenuta per puntualizzare alcuni aspetti relativi all'inchiesta andata in onda domenica a Presa Diretta.

(red.) Anche l’Asl di Brescia è intervenuta sulla vicenda Caffaro, dopo la puntata di Presa Diretta in onda domenica 31 marzo su Rai 3.
In una nota, viene spiegato che  la trasmissione “non ha mandato in onda le interviste rilasciate nell’ottobre del 2012 dal Direttore Generale dell’Asl di Brescia Carmelo Scarcella e dal Direttore Sanitario Francesco Vassallo”.
“Nell’intervista, della durata di oltre un’ora e mezza”, viene spiegato, “i due Direttori Aziendali avevano descritto tutte le azioni intraprese dall’Azienda Sanitaria Locale e il significato dei risultati degli studi condotti fin dagli anni ‘90, contestualizzando il “caso Caffaro” tra le problematiche del territorio della provincia di Brescia, caratterizzato da decenni dalla forte presenza di industrie. Fin dal 2001 l’Asl di Brescia è impegnata con una serie di azioni volte sia alla rilevazione di eventuali problematiche sanitarie connesse all’inquinamento da Pcb, sia al controllo delle persone esposte. I lavoratori e gli ex lavoratori dell’azienda Caffaro sono stati monitorati con un apposito programma epidemiologico e di controlli clinici, tuttora in corso. Un analogo monitoraggio ha coinvolto anche un campione di cittadini residenti nell’area Caffaro, e esposti per assunzione di alimenti contaminati da Pcb”.
“Per valutare eventuali effetti del Pcb sulla salute”, continua la nota dell’Azienda sanitaria locale, “sono stati effettuati numerosi studi, pubblicati su riviste scientifiche. Sono state inoltre condotte ricerche sulla presenza di Pcb in varie matrici alimentari di origine animale o vegetale destinate sia all’alimentazione umana che zootecnica”.
“Le prime indagini e la valutazione del rischio sanitario dell’Istituto Superiore di Sanità hanno individuato nell’assunzione di alimenti contaminati la via prioritaria di esposizione per la popolazione; pertanto già dal 2002 l’Asl di Brescia ha fornito al comune e alla cittadinanza tutte le indicazioni utili per interrompere tale esposizione”.
L’Asl di Brescia rileva inoltre la necessità di precisare alcuni aspetti relativi ai dati di incidenza di alcuni tumori forniti nella puntata di Presa Diretta, presentati “in modo parziale ed allarmistico”.
“Per esempio”, spiega la nota dell’Azienda sanitaria, “sono stati citati solo i tumori con un’incidenza più elevata, ma non si è fatta menzione che a Brescia vi sono diversi tumori con un’incidenza inferiore rispetto al Nord d’Italia. Inoltre non si è fatto rilevare che la maggior incidenza riscontrata per il tumore della tiroide e per il linfoma non Hodking nel comune di Brescia non si differenzia da quella riscontrata nel resto dell’ASL di Brescia, dove non è presente l’inquinamento della Caffaro. L’incidenza del tumore del fegato nel comune di Brescia è inferiore rispetto al resto dell’Asl (circa -30%); in particolare, nell’ovest bresciano e nel bergamasco tale patologia è più elevata, con una documentata correlazione con le epatiti virali B e C.
Inoltre, prosegue la nota, “nel febbraio 2013, a seguito del lavoro della Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), i Pcb sono stati classificati come cancerogeni certi; tale revisione ha evidenziato una relazione certa tra esposizione a Pcb e aumentato rischio di melanoma; per quanto riguarda il Linfoma non Hodgkin e il cancro del seno l’associazione è stata giudicata di “limitata evidenza”; per il momento non sono state tratte conclusioni su altri tumori”.
“Sulla base di questi recenti risultati”, viene spiegato, “l’Asl di Brescia sta svolgendo ulteriori approfondimenti avvalendosi del Registro Tumori di Brescia, partendo dall’analisi del melanoma”.
L’Asl raccomanda inoltre “per eventuali dubbi circa problemi individuali di salute”, di “rivolgersi al proprio medico curante”.
“Il sito dell’ASL www.aslbrescia.it”, conclude la nota, “è aggiornato con una sezione dedicata alla questione Pcb-Caffaro, in cui sono contenuti tutti i documenti prodotti” e “le strutture dell’Asl sono a disposizione per rispondere ad eventuali domande. Quesiti specifici possono essere inoltrati all’indirizzo dir.dip.prevenzione@aslbrescia.it; è in corso di preparazione un documento con le risposte alle domande più frequenti, che verrà al più presto diffuso”.

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