Staminali, nuovo stop per Sofia
La piccola è a Brescia per la seconda infusione. L'ospedale fa sapere di esseresi assunto la responsabilità morale della sua salute, ma non ci sono certezze per il futuro.
(red.) Sofia potrà ricevere solo la seconda infusione agli Spedali Civili di Brescia, ma non potrà proseguire la terapia, fino a nuovo ordine.
La bambina, affetta da una malattia degenerativa, è arrivata in città nel pomeriggio di mercoledì 13 marzo, per ricevere la seconda infusione di staminali di un ciclo di cinque, secondo il metodo della Stamina Fundation. La cura era stata autorizzata dallo stesso ministro della salute Balduzzi, che però aveva precisato che la terapia poteva essere erogata ma solo in un laboratorio autorizzato da Aifa, quindi non a Brescia. Con una nota, l’Azienda Ospedaliera ha precisato di essersi dunque immediatamente attivata presso la cell factory dell’Ospedale Maggiore di Milano e la Stamina Foundation, nella persona del prof. Vannoni, affinché le stesse provvedessero a collaborare, per quanto di competenza, con le modalità indicate nei “comunicati” del Ministro.
“Non essendo risultati i tempi per così procedere utili a garantire la tempestività richiesta dalle condizioni di salute della paziente, come da necessità e urgenza segnalata del medico prescrittore, l’Azienda ha ritenuto di doversi far carico prioritariamente della salute della paziente, assumendosi la responsabilità morale di procedere direttamente alla seconda infusione, fermo restando che la somministrazione avverrà sotto la responsabilità clinica del medico prescrittore e che ogni altra responsabilità, giuridica e amministrativa, è stata esplicitamente assunta da parte dei genitori di Sofia”.
Tale impegno dell’Azienda è limitato al caso di Sofia ed esclusivamente alla seconda infusione, avendo l’autorità giudiziaria stabilito anche per Sofia di rivolgersi presso una cell factory. “Si precisa che detta scelta non potrà riguardare altri casi in mancanza di precise e formali decisioni delle Autorità sanitarie e/o giudiziarie, che autorizzino o impongano la somministrazione della terapia con cellule non prodotte presso le cell factories autorizzate”.
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