Cgil a Sia Trasporti: “Se non si cambia è rottura”

La Camera del Lavoro ha criticato alcune scelte della società sulla contrattazione, e ha chiesto la ripresa di un dialogo democratico "altrimenti apriremo una vertenza".

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(p.f.) Lavoratori della Sia sul piede di guerra. L’azienda che gestisce il trasporto pubblico provinciale ha avviato la trattativa con i sindacati per arrivare ad un’intesa della riorganizzazione del lavoro, anche in relazione all’arrivo della metropolitana di Brescia. Secondo la Filt Cgil, però, che nelle votazioni per il rinnovo delle Rsu di novembre aveva conquistato il 54% dei consensi, l’ipotesi di trattativa, siglata il 13 febbraio 2013 tra azienda, Cisl, Uil e Faisal, ma non dalla Camera del lavoro di Brescia, viola un presupposto fondamentale, ovvero che la retribuzione deve essere commisurata ai tempi effettivi di lavoro.
“L’azienda”, ha spiegato Giuseppe Leone, segretario Filt Cgil, “ha preteso durante tutta la trattativa di addivenire, come poi è realmente accaduto il 13 febbraio, ad un sistema che scardina questo principio, perché introduce meccanismi di forfettizzazione delle mansioni”. “Praticamente”, incalza Renato Guerra, Rsu, “scaricano sui lavoratori l’onere di far funzionare il sistema, non retribuendo tutte le funzioni che ci chiedono di svolgere”.
Altra questione contestata da Filt è la modalità con cui l’azienda (che conta 346 dipendenti) ha gestito le trattative, che sono state condotte solo con le segreterie sindacali, escludendo le Rsu, in violazione di quanto stabilito dell’accordo tra sindacati e Confindustria del 28 giugno 2011.  “A fronte di tutto questo”, ha proseguito Leone, “metteremo in atto tutte le scelte necessarie per ripristinare le condizioni di normalità del contratto. Scioperi, ma anche  iniziative volte a chiedere l’intervento della Provincia, che è l’ente appaltante, e se l’azienda intenderà procedere con questa condotta, si attueranno anche iniziative vertenziale, di natura giuridica”.
Filt Cgil ha anche dato mandato ai legali per fare un eventuale esposto alla Procura della Repubblica contro il referendum che si è svolto in azienda il 27 e 28 febbraio. “Un referendum fatto con metodi bulgari”, ha sottolineato Guerra, “in cui hanno votato solo gli iscritti ai sindacati che avevano sottoscritto l’ipotesi del 13 febbraio”. “Il nostro obiettivo”, ha concluso Leone, “è riprendere la normalità per una contrattazione civile con l’azienda. Quella del 13 febbraio è la prima ipotesi di accordo sottoscritta dal 2004: basta questo a dare il senso di quali difficoltà ci siano in Sia, che è l’unica azienda del bresciano dove non riusciamo a fare contrattazione”.
Secondo Damiano Galletti, segretario della Cgil Brescia, “vediamo ancora una lesione della democrazia, perché si cancella il senso degli accordi del 28 giugno. Chiediamo all’azienda e alla Provincia di fermarsi. Con l’avvio della metro di Brescia, c’è bisogno di metter mano alle regole del Tpl, ma lo si deve fare rispettando le regole democratiche e il diritto di partecipazione dei lavoratori. Il rischio è che si metta a repentaglio la coesione sociale.”

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