A2A: “Il polo ambientale a Brescia”

L'annuncio del presidente del Consiglio di Gestione, Graziano Tarantini, alla Commissione Partecipate in Loggia. La nuova società operativa da autunno.

(red.) Brescia gestirà A2A Ambiente, con sede nella nostra città e governance, pare, tradizionale.
L’avvio della nuova società avverrà il prossimo autunno. L’annuncio ufficiale è stato dato lunedì dal presidente del Consiglio di Gestione della multiutility, il bresciano Graziano Tarantini, che non ha però fornito i dettagli dell’operazione che porterà alla nascita del polo ambientale bresciano dall’unione di Partenope, Ecodeco, Amsa e Aprica. Queste ultime due conserveranno il nome.
Una soluzione che pare di “difficile digestione” da parte di Amsa e il piano è ancora in fase di trattativa, come ha spiegato Tarantini ai consiglieri della commissione speciale Partecipate, nel corso dell´audizione di lunedì pomeriggio con il direttore generale Paolo Rossetti.
Il piano industriale deve ridurre di 1,4 miliardi la situazione debitoria, facendola passare da 4,6 a 3,2 miliardi.
La nuova società gestirà tutti i servizi ambientali, scorporando la bresciana Aprica e la milanese Amsa, che diventerebbero controllate della stessa A2A Ambiente. Le due realtà (entrambe gestiscono un inceneritore, ma con modalità differenti di raccolta dei rifiuti), resterebbero comunque autonome.
Brescia sarà dunque la sede del polo ambientale, Milano di quello energetico.
Tarantini ha anche annunciato che A2A chiude il 2012 con un bilancio migliore di quello dell’anno precedente, rilanciando il piano industriale 2013-2015 che punta alla riduzione del debito, appunto, ma senza toccare l’occupazione, si propone di attuare inoltre politiche di “efficientamento” dell’azienda tagliando 70 milioni (20 già nel 2013), accrescere le attività che portano maggiori ricavi, realizzare singoli asset riferibili a Edipower e creare il suddetto polo ambientale bresciano.
Sul tema della governance duale Tarantini non si è sbottonato: il tema è delicato e, sebbene lo stesso Tarantini non sia un sostenitore dell’attuale assetto, il presidente del Cdg ha sottolineato che per modificarlo occorre un´assemblea straordinaria per modificare lo Statuto, compito che però spetta ai Comuni, soci di maggioranza della multiutility.

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