Los Roques, “L’aereo è stato dirottato”

Riprende pista l'ipotesi del sequestro di persona. A rivelarlo il settimanale Oggi. Un amico di Vittorio Missoni: "Ho chiamato i cellulari, squillavano tutti e 4".

(red.) ritorna a farsi avanti ll’ipotesi che il piccolo velivolo scomparso a Los Roques, in venezuela, venerdì 4 gennaio, con a bordo quattro italiani (i coniugi bresciani Guido Foresti ed  Elda Scalvenzi e Vittorio Missoni con la compagna Maurizia Castiglione) sia stato dirottato e non, invece, vittima di un tragico incidente mentre era diretto a CAracas.
Dopo la notizia che il pilota non era più in possesso dell’idoneità psicofisica al volo, scaduta al 30 di novembre scorso e che la compagnia aerea non possedeva i requisiti di “regolare certificato di operatore aereo”, ora rispunta la teoria del sequestro con dirottamento del bimotore. A sostenerla, sulle pagine del settimanale “Oggi”, in edicola mercoledì 16 gennaio, è  Mario Pica, ex pilota dell’Aeronautica militare italiana e perito tecnico in molte inchieste.
“Se non si trova nulla”, afferma Pica nell’intervista al rotocalco, “se non c’è un solo indizio dell’incidente, quel velivolo non è precipitato. Perché una traccia riaffiora sempre. Perché se un aereo sparisce in mare c’è un sistema di segnalazione collegato alla scatola nera che si attiva automaticamente a contatto con l’acqua e indica la posizione del velivolo. Quindi devo pensare a un dirottamento”.
A suffragare questa ipoetsi, alla quale si aggrappano con tutte le forze i familiari delgi scomparsi, anche il fatto che, come raccontato da un amico dei quattro italiani, i cellulari squillavano anche dopo che il velivolo non risultava più rintracciabile.
Renato Della Valle, non appena saputo dell’incidente ha chiamato per sbaglio l’amico Missoni, convinto di aver composto il numero della sua ex moglie: “Domenica mattina, intorno alle 10,30, ero all’aeroporto di Roma Fiumicino in partenza per Londra quando ho saputo per telefono da un amico della scomparsa, per caduta in mare, dell’aereo con il gruppo di Vittorio, il pilota e il copilota. Allarmato, ho cercato al telefono Tania, la prima moglie di Vittorio e madre dei suoi figli. Ma, data la forte emozione, ho scoperto subito dopo di aver composto il numero di cellulare di Vittorio, e non quello di Tania: il telefonino chiamato, quello di Vittorio appunto, ha squillato a vuoto. Ho mollato e richiamato il numero corretto di Tania, la quale in un primo momento non mi ha risposto. Le ho mandato un sms per chiedere se era ancora valido il numero di Vittorio. Lei mi ha mandato un messaggio confermandomi la validità del numero e chiedendomi quando lo avessi composto. ‘Pochi minuti fa’, le ho risposto, e in lei si è riaccesa la speranza, perché le ho spiegato che, a dire degli esperti di telecomunicazione, se Vittorio fosse stato in mare, il suo telefono non avrebbe dovuto squillare. Quel cellulare era sicuramente a terra”.
Il dialogo tra Renato e Tania si è prolungato, riporta il settimanale: “Lei mi ha chiesto se avevo provato a chiamare gli altri tre che erano comn Vittorio”. ‘Non ho i loro numeri’, le ho risposto. E lei: ‘Te li do, eccoli’. A quel punto, era il pomeriggio, dalla mia casa di Londra ho fatto tutti e quattro i numeri. I primi tre hanno risposto con sei, sette squilli a vuoto. Quello di Elda, invece, dopo una decina di squilli ha fatto scattaste la segreteria telefonica, in italiano. Ho richiamato Tania e l’ho nuovamente rassicurata. Se rispondono i cellulari, vuol dire che non sono in mare, ma a terra. Quindi si tratta di individuare le celle telefoniche più vicine”.
Renato Della Valle non ha dubbi: “Vittorio e i suoi non sono in fondo al mare, sono arrivati a terra e sono quasi certamente in vita. Forse sono in mano a qualcuno che, come dimostrano tante esperienze passate, vuole ottenere qualcosa in cambio di questo prezioso ostaggio”.

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