A Canton Mombello sovraffollamento al 255%

Sono i dati del IX rapporto di Antigone, associazione che si occupa del pianeta carceri. Su una capienza di 208 detenuti, nelle celle bresciane ci sono 513 carcerati.

(red.) La capacità regolamentare è di 208 detenuti. Al 31 agosto 2012 erano 513 e al 1° ottobre 221 (250% dei posti regolamentari). Dei 521 presenti, gli imputati erano 315 (60,5% del totale) e i condannati definitivi 206 (39,5% del totale). Più precisamente, fra gli imputati, 163 erano in attesa di 1° giudizio (31,3% del totale dei detenuti e 51,8% degli imputati); 72 appellanti; 54 i ricorrenti.
Gli stranieri (circa 40 le nazionalità presenti) erano 309 (59,3%); 43 i giovani adulti (a larga maggioranza stranieri).
I detenuti tossicodipendenti sono un numero che da anni oscilla tra 110 e 140. Questi i dati sulla casa circondariale di Canton Mombello, a Brescia, emersi dal monitoraggio effettuato  dall’associazione Antigone.
Il tasso di sovraffollamento delle carceri italiane è 142,5%, ovvero, oltre 140 detenuti ogni 100 posti letto, mentre la media europea è del 99,6%.
Nel rapporto si legge anche che “gli ingressi dalla libertà, prevalentemente dallo stesso territorio bresciano, sono stati 60 ad agosto, 66 a settembre: da segnalare la netta diminuzione degli ingressi per meno di tre giorni, un fenomeno che pochi anni fa vedeva Brescia fra i casi nazionali più gravi”. Dal 1° gennaio 2010 al 28 ottobre 2010, viene ricordato nel IX rapporto di Antigone, “gli ingressi erano 1428, e nei primi 9 mesi del 2008 (1° gennaio-26 settembre) l’Istituto registrava 2587 ingressi e 2553 scarcerazioni, con circa 1800-2000 casi processabili per direttissima (circa mille per violazione della “Bossi-Fini”) che comportavano una presenza in carcere di pochi giorni, se non di poche ore”.
Ritornando ai numeri nazionali, due quelli che balzano all’occhio: su 46.795 posti disponibili, oggi in cella ci sono ben 66.685 detenuti. E dalla Corte europea contro il sovraffollamento sono in arrivo ben 440 sentenze.
I 66.685 detenuti nelle nostre carceri sono per lo più uomini. Le donne rappresentano solo il 4,2%. Gli stranieri (23.789) sono il 35,6%. Le nazionalità più rappresentate? Marocchina (19,4%), Romena (15,3%), Tunisina (12,7%), Albanese (11,9%) e Nigeriana (4,4%).
I reati più diffusi sono contro il patrimonio, seguiti dalle violazioni al Testo Unico sugli stupefacenti e da quelli contro la persona. Tra chi, al 30 giugno 2012, aveva una condanna definitiva, il 26,5% ha un residuo pena inferiore all’anno. Non solo. Il 40,1% non sconta una condanna definitiva, ma è in carcere in custodia cautelare. All’inizio dell’anno i detenuti sottoposti al 41 bis erano 678. Tra questi 246 appartenevano alla Camorra, 206 a Cosa Nostra, 106 alla ‘Ndrangheta, 31 ad altre Mafie, 19 alla Sacra Corona Unita, 6 alla Mafia “Stidda” e 2 alle Brigate Rosse.
Meno di un quarto dei detenuti presenti in carcere alla fine del 2010 era impegnato in attività scolastiche. Al 30 settembre 2012 la carenza degli educatori è del 27,2%, quella degli assistenti sociali addirittura del 35,1%, mentre la carenza del personale di polizia penitenziaria è “solo” dell’8,9%.
Novantatre sono i detenuti morti in carcere, di cui 50 per suicidio. E poi: “La Corte europea dei Diritti dell’Uomo – ricorda il rapporto – condannò l’Italia per avere costretto una persona a stare in meno di tre metri quadri: l’Italia fu condannata a pagare 1.000 euro. In tal senso, Antigone ha presentato 170 ricorsi alla Corte e ha supervisionato altri 230 ricorsi presentati direttamente dai detenuti: 400 ricorsi che saranno decisi a breve. In arrivo vi sono dunque 400 sentenze che potrebbero portare l’Italia a pagare non meno di 400mila euro”.
Oltre al rapporto carcateco, quest’anno l’associazione Antigone ha realizzato anche un documentario web, un web-doc dedicato agli istituti penitenziari italiani. Il reportage è un viaggio in 25 istituti di pena del nostro Paese.

 

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