Picchetti antisfratto, la Lega interroga Roma

Interrogazione del senatore leghista Sandro Mazzatorta al ministero dell'Interno sulle azioni degli attivisti che "causano disparità di trattamento" e "problemi di sicurezza".

(red.) Anche lunedì a Verolanuova, il picchetto antisfratto degli attivisti di Dirirtti per tutti e del Comitato provinciale contro gli sfratti ha sortito l’effetto di un rimando del provvedimento esecutivo in capo ad una famiglia di immigrati vittime della cosiddetta morosità incolpevole.
Ma sulla “campagna d’autunno” messa in atto dalle associazioni ora soffia il vento delle polemiche sollevate dalla Lega Nord che ha portato la “battaglia degli sfratti” a Roma.
Il senatore leghista Sandro Mazzatorta, anche sindaco di Chiari, ha presentato un’interrogazione al ministero dell’Interno “per chiedere se sia a conoscenza di questa anomalia e quali politiche intenda applicare per evitare queste azioni che causano disparità di trattamento” e anche “se è a conoscenza di casi simili e quali provvedimenti intenda adottare al fine di assicurare il corretto svolgimento delle operazioni di pubblica sicurezza finalizzate al rispetto della norma vigente”.
Per il senatore leghista e per il segretario provinciale del Carroccio Fabio Rolfi (nonché vicesindaco di Brescia) si tratterebbe di una sorta di “razzismo al contrario”, perché vengono tutelati i presunti diritti degli immigrati contro quelli dei proprietari italiani, contravvenendo, inoltre, alla  legge Bossi-Fini e al pacchetto sicurezza del 2009.
Mazzatorta ha allegato al documento il riferimento ai 29 casi in cui le due associazioni sono intervenute per impedire gli sfratti esecutivi. “Interruzione di pubblico servizio” questo il reato, secondo il primo cittadino calrense commesso dagli attivisti.
In particolare, poi, Mazzatorta ha sottolineato il caso di Castelcovati, comune nel quale l’impedimento allo sfratto esecutivo è avvenuto per ben quattro volte. La famiglia marocchina in questione, ha spiegato il senatore leghista, da oltre due anni, occupa un immobile senza pagare la locazione e, grazie a Diritti per tutti e al Comitato provinciale, ha ottenuto una proroga allo sgombero fino al 14 gennaio prossimo.
Ma, secondo il sindaco di Castelcovati, Camilla Gritti, il padre di famiglia, che si dichiara disoccupato, avrebbe invece guadagnato, nel 2010, 20mila euro, oltre a percepire, nel 2011, l’indennità di disoccupazione. L’immigrato, secondo quanto riferito dal primo cittadino, avrebbe anche ammesso di avere lavorato in nero, guadagnando, nel luglio 2012, circa 8mila euro.
La famiglia marocchina ha rifiutato sia un aiuto per rientrare nel paese d’origine, sia il supporto di una casa famiglia per madre e due bambine.

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