Sfratti, scontro sfiorato a Castelcovati

Tensione nella bassa bresciana tra gli attivisti e le forze dell'ordine. La proposta: "Utilizziamo i prefabbricati dove alloggiavano gli operai della metro a San Polo".

(red.) Scontro sfiorato e sfratto evitato a Castelcovati, nell’azione numero 27 del Comitato provinciale anti-sfratti e dell’Associazione diritti per tutti.
C’erano due blindati del reparto mobile dei carabinieri di Milano con altri militi della compagnia di Chiari (in tutto circa 50 uomini in divisa ed in assetto antisommossa e strada chiusa dalle forze dell’ordine) per eseguire lo sfratto della famiglia di un muratore in via Marconi a Castelcovati. “Una delle capitali bresciane dell’edilizia e del cottimismo”, si legge in una nota degli attivisti, “dove la crisi ha seminato disoccupazione e miseria”.
Secondo i dati forniti dal sindaco del paese Camilla Gritti ad un recente convegno dei Lions sul disagio sociale nella bassa bresciana, a Castelcovati ci sono 1200 disoccupati su meno di 7000 abitanti. “Chegdani è uno di questi e dopo 15 anni di lavoro duro  in Italia non è più riuscito a pagare l’affitto. Alla sua famiglia l’amministrazione offre solo il rimpatrio assistito o un mese di permanenza in una casa-famiglia per la moglie e per le due bambine di 3 e 5 anni, separandole dal padre. Poi per tutti la sola prospettiva sarebbe quella di finire in strada”.
La presenza di una trentina di attivisti, barricati nell’appartamento e a difesa del portoncino di ingresso dello stabile,  ha però sventato lo sfratto. Per gravi motivi di ordine pubblico e rischio di scontri il comandante dei carabinieri di Chiari ha deciso di soprassedere e l’ufficiale giudiziario ha rinviato l’esecuzione al prossimo 14 gennaio.
Una delegazione dell’Associazione e l’inquilino, insieme al proprietario dell’appartamento, si è poi recata in comune per incontrare il sindaco che ha però mantenuto la propria posizione, prospettando una soluzione diversa: il proprietario infatti sarebbe disponibile a sospendere lo sfratto per 6 mesi se il comune decidesse di corrispondere a lui la  somma di circa 360-400 euro anzichè pagare la retta alla casa-famiglia.
Mobilitazioni e picchetti sono previsti anche nei prossimi giorni: martedì 6 novembre, un altro picchetto a Trenzano per un secondo accesso dell’ufficiale giudiziario; mercoledì 7, invece, una  mobilitazione generale per impedire uno sfratto a Borgosatollo. “Azioni di lotta sempre all’insegna delle stesse parole d’ordine: stop agli sfratti e passaggio da casa a casa; moratoria almeno a livello locale e istituzione di un centro temporaneo per l’emergenza abitativa nei prefabbricati dove alloggiavano gli operai della metropolitana a S. Polo che verrebbero messi a disposizione gratuitamente dalle ditte proprietarie.
La Prefettura può decidere in tal senso. Cosa si aspetta? Chi vuole gli scontri? Chi non vuole una soluzione politica per evitare che qualcuno si faccia male?”.

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