Province, con il riordino passano da 86 a 51

Il nuovo decreto, approvato mercoledì, istituisce anche le città metropolitane. In Lombardia molti accorpamenti, Brescia resta invece "autonoma".

(red.) Il nuovo decreto legge di riordino delle province, che istituisce anche le città metropolitane, approvato mercoledì dal Consiglio dei ministri, disegna da Nord a Sud, una sorta di rivoluzione geografica nonchè politico-istituzionale. Brescia resta provincia, ma molti sono gli accorpamenti, invece, nelle altre province lombarde.
Il dl prevede infatti la riduzione da 86 a 51 province a statuto ordinario comprese le città metropolitane. E il governo, in conferenza stampa, ha distribuito una cartina geografica in cui i confini delle nuove province sono segnati in rosso. Ecco la mappa degli accorpamenti.
La Lombardia passa da 12 a 7: Varese, Como e Lecco insieme, Monza-Brienza inglobata nell’area metropolitana di Milano, e un’altra provincia sarà formata da Lodi, Cremona e Mantova.
Il Piemonte passa da 8 a 5: vengono riunite Asti e Alessandria, Biella e Vercelli e ancora Verbano-Cusio-Ossola e Novara.
Il Veneto vede una riduzione da da 7 a 5: sono accorpate Verona e Rovigo, Treviso e Padova.
L’Emilia Romagna passa da 9 a 5: vanno insieme Piacenza e Parma, Reggio Emilia e Modena, Ravenna, Forli’-Cesena e Rimini.
La Liguria passa da 4 a 3 con l’accorpamento di Imperia e Savona.
La Toscana addirittura da 10 a 4: insieme in un’unica provincia Massa-Carrara, Lucca, Pisa e Livorno; Firenze, Pistoia e Prato insieme, e ancora Siena con Grosseto.
Le Marche passano da 5 a 3: in base all’accorpamento di Macerata, Fermo e Ascoli Piceno.
L’Umbria da 2 a 1: Perugia e Terni insieme.
Il Lazio passa da 5 a 4: con Latina e Frosinone insieme.
L’Abruzzo da 4 a 2: L’Aquila e Teramo riunite e Pescara con Chieti.
Il Molise passa da 2 a 1: Isernia e Campobasso insieme.
La Campania da 5 a 4: con l’accorpamento di Benevento e Avellino.
La Puglia da 6 a 4: si accorpano Foggia con Barletta-Andria-Trani e Taranto con Brindisi.
La Basilicata: da 2 a 1: Matera e Potenza insieme.
La Calabria passa da 5 a 3: insieme Crotone, Catanzaro e Vibo Valentia.
Si salvano dall’abolizione le Province di Sondrio e di Belluno che restano autonome pur non rientrando nei paletti fissati dall’esecutivo per i nuovi enti (almeno 350mila abitanti e 2500 kmq di estensione). Anche Arezzo, su cui c’era era stata inizialmente una ‘battaglia’ di cifre legata agli ultimi dati disponibili del censimento sulla popolazione, non viene accorpata ad altri enti. Le Regioni Umbria, Molise e Basilicata restano invece con una sola provincia.
In Umbria, infatti, la provincia di Terni, che non rientrava nei paletti fissati dall’esecutivo (350mila abitanti e 2500 kmq), viene accorpata a quella di Perugia. Per lo stesso motivo in Molise la Provincia di Isernia viene accorpata a quella di Campobasso e in Basilicata la Provincia di Potenza viene accorpata a quella di Matera.

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