Paroli: “Il Pgt farà ripartire l’economia”

Il Piano di governo del territorio è diventato esecutivo da mercoledì 24 ottobre, data di pubblicazione nel Burl. “Ogni città ha bisogno di sviluppo, di investimenti".

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    (p.f.) L’occupazione a Brescia riparte dal Pgt. Dopo quasi tre anni di lavoro, decine di commissioni e consigli fiume e quasi 5mila osservazioni presentate, il Piano di governo del territorio è diventato esecutivo da mercoledì 24 ottobre, data di pubblicazione nel Burl n.43.
    “Un Pgt”, ha commentato il sindaco Adriano Paroli, “caratterizzato dal consumo di suolo zero e dall’aver attivato novità importanti dal punto di vista di servizi e funzioni. Penso al carcere o al parco dello sport: qualsiasi siano i progetti, sappiamo che esiste un’area definita in cui queste funzioni sono accoglibili”. Il documento di piano, poi, individua 16 ambiti di trasformazione in diverse zone di Brescia.
    “Ogni città ha bisogno di sviluppo, di investimenti, e sappiamo che l’edilizia è trainante per l’economia”, ha aggiunto Paroli, “nel Pgt ci sono spazi che prevedono un’immediata attuazione, creando quindi opportunità per gli operatori e gli imprenditori che vogliano investire. Il nostro obiettivo è rimettere in moto il lavoro”.
    A breve, si pensa già entro Natale, sarà anche pubblicato un bando che detterà i criteri da rispettare per chi vorrà intervenire negli ambiti di trasformazione. Due principi imprescindibili, in particolare, saranno la pubblica utilità e l’impatto ambientale. Con un quadro delle regole già definito, se ci dovessero essere delle offerte da parte di imprenditori, l’impegno dell’amministrazione è di velocizzare le procedure, chiedendo gli straordinari a uffici tecnici, che sono stati già riorganizzati (“ci saranno funzionari che si occuperanno esclusivamente dell’attuazione del Pgt”, ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Paola Vilardi) e ai consiglieri (“se sarà necessario, convocheremo anche trenta consigli comunali al mese”, è la promessa del sindaco).
    Per ora, comunque, la Loggia è ampiamente soddisfatta del risultato portato a casa. “Approvare definitivamente e pubblicare il Pgt”, ha ricordato Paroli, “è uno di quegli obiettivi che danno significato alla legislatura. Ce l’abbiamo fatta, nonostante le complicanze, nei tempi previsti, cosa che non è avvenuta in molti Comuni. Ringrazio i tecnici e il professore Carrer, che è l’anima del Pgt, e che si è comportato da amico della città”.
    Con il Piano di governo del territorio, Brescia potrà continuare ad essere centro della provincia. “Dobbiamo pensare ad un aumento degli abitanti, che magari si tradurrà in una tenuta, ma se vogliamo essere capoluogo e punto di riferimento di tutto il territorio, dobbiamo mantenere il tessuto della città vivo, non possiamo scendere sotto una soglia: anche il numero di abitanti fa la città”. Anzi, proprio trattenere gli abitanti in città farà gioco ad un ulteriore risparmio di consumo di suolo anche nell’hinterland.
    “Questo Pgt prevede 1milione570mila mq di consumo di suolo, di cui 1milione 24mila riguardano conferme del vecchio Prg”, ha spiegato Gianpietro Ribolla, responsabile settore urbanistica del Comune, “520mila mq, poi, sono riferiti a vecchie previsioni di trasformazione che vengono confermate per quanto riguarda i diritti edificatori, ma non per il consumo di suolo, in quanto i diritti sono compensati in altre aree. Quindi, il bilancio finale è di 25mila mq”.
    Ma il vero problema del consumo di territorio agricolo non riguarda Brescia, bensì i comuni limitrofi. “L’obiettivo di riportare la residenzialità in città”, ha proseguito Ribolla, “e di invertire il trend di chi esce dal capoluogo, ovvero 5-6mila abitanti all’anno, va nel senso di risparmio di suolo: chi esce da Brescia, va nei comuni limitrofi, che si espandono sui terreni agricoli. Lo sviluppo in città mira invece a recuperare aree dismesse”.
    La superficie lorda complessiva (Slp) prevista negli ambiti di trasformazione del documento di piano ammonta, poi, a 1.122.700 mq, per diverse funzioni (terziarie, commerciali, produttive, residenziali), il 27% in meno di quello previsto dal Prg del 2002. “Almeno un 35% di queste previsioni”, ha precisato Ribolla, “afferiscono ad aree limitrofe al metrobus. Non è cosa da poco, perché uno di obiettivi principali, oltre a recuperare la residenzialità, era proprio di valorizzare la metropolitana. Molte di queste aree sono di proprietà pubblica, per cui si aprono prospettive interessanti”.
    Ora, l’impegno dei tecnici è la stesura del bando per definire i criteri per chi volesse costruire negli ambiti di trasformazione. “Ogni ambito ha già i suoi limiti da rispettare”, ha spiegato Vilardi, “il bando, di durata triennale, indicherà ulteriori criteri generali. Daremo così la possibilità ai privati, a chi ha capacità economica, di poter intervenire, con un forte controllo da parte dell’amministrazione comunale su quello che sarà il costruito. A dispetto degli slogan dell’opposizione, il Pgt prevede più verde e cemento controllato”.
    Dalla data di pubblicazione scattano i 60 giorni per impugnare il Pgt. “La modalità di adozione”, ha continuato Vilardi, “è stata altamente partecipata. Abbiamo fatto i focus, ascoltato i cittadini, anche con incontri ulteriori a quelli richiesti dalla legge per la Vas. Abbiamo scelto di analizzare le osservazioni una per una, sia in commissione che in Consiglio. Sono dunque tranquilla, perché la partecipazione non è stata solo una scelta politica, ma anche amministrativa, per essere trasparenti e lineari”.
    “Siamo partiti nel 2009”, ha concluso il presidente della commissione urbanistica Marco Toma, “a lavorare sul Pgt, dopo un anno che eravamo in carica. I risultati ci danno consumo di territorio zero. Ci siamo trovati ad avere a che fare con un territorio compromesso, carico delle problematicità tipiche di una città industriale, che però non erano state affrontate prima. Abbiamo cercato di correggere le storture e mitigare questi problemi, facendo un buon lavoro”.

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