Caos mobilità: “Il sistema Gangi? Non esiste”

Il responsabile del servizio Mobilità e Trasporto Pubblico Locale del Comune di Brescia davanti al Gip Enrico Ceravone che lo ha interrogato per l’inchiesta “Semaforo Rosso”.

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    (red.) “Il sistema Gangi? Non esiste”. Così il responsabile del servizio Mobilità e Trasporto Pubblico Locale del Comune di Brescia, Giandomenico Gangi, ha risposto al Gip Enrico Ceravone che lunedì lo ha interrogato per due ore e mezza in merito all’inchiesta “Semaforo Rosso”.
    Tramite il suo legale, l’avvocato Piergiorgio Vittorini
    , aveva espresso la volontà di spiegare tutto. E al Gip ha detto che l’affidamento del progetto BresciaInfo alle due aziende Siemens e Mizar era una sorta di “passaggio obbligato per permetter ai due software per lo studio e la gestione del traffico di dialogare”. Cosa questa, secondo Gangi, che avrebbe permesso un netto risparmio alla Loggia.
    Gangi è accusato di concussione, corruzione e turbativa d’asta con riferimento al progetto BresciaInfo. Unico destinatario di un provvedimento restrittivo, è rinchiuso a Canton Mombello da venerdì 5 ottobre. Ai domiciliari, gli altri due indagati, Michele De Beaumont e Denis Moras.

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