Bus e mensa bimbi rom? “Sì, se pagano il 2011”

Il sindaco Adriano Paroli si è detto disposto a riattivare il servizio alle famiglie nomadi morose se verranno saldati almeno gli arretrati dell'ultimo anno.

(red.) Si intravvede uno spiraglio nella vicenda del trasporto bus e servizio mensa negati ai bambini delle famiglie rom e sinti che non hanno pagato gli arretrati al comune di Brescia.
Nella giornata di mercoledì il sindaco Adriano Paroli ha incontrato la delegazione guidata dal segretario della Cgil, Damiano Galletti. Oggetto della discussione la proposta, avanzata qualche giorno fa dal sindacato e da alcune associazioni che stanno seguendo la vicenda, di “regolarizzare”, almeno parzialmente, la situazione debitoria contratta non solo dai piccoli nomadi ma anche da tutti i 321 bambini, figli di stranieri e di italiani, che risiedono nel Comune di Brescia.
Il primo cittadino ha chiesto di ripianare il debito almeno dell’ultimo anno (il 2011) così che il servizio possa essere ripristinato.
Ma questo, ha precisato Paroli, non significa che il resto della somma verrà abbuonata. Le famiglie dovranno sanare anche i debiti precedenti al 2011.
Intanto Cgil e Fondazione Piccini hanno avviato una raccolta fondi, aprendo un conto corrente dedicato che punta  a raggiungere quota 16mila euro, ovvero la somma non pagata dai rom e dai sinti lo scorso anno.
Martedì prossimo è stato fissato un nuovo incontro, a carattere più tecnico, per valutare tutti le voci in arretrato sui servizi relativi alla scuola dell’infanzia.

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