Autobus negato ai bimbi rom, presidio in piazza

La protesta mercoledì davanti alla Loggia mentre si svolge il Consiglio comunale. Una lettera alle istituzioni per "garantire la sicurezza degli spostamenti verso scuola".

(red.) Mercoledì 26 settembre alle 17, in concomitanza con il consiglio comunale, si tiene un presidio in piazza Loggia, con la presenza delle famiglie Rom e Sinti del campo di via Borgosatollo e Via Orzinuovi, “per denunciare la grave situazione di pericolo per gli spostamenti delle alunne e degli alunni del campo nomadi di via Maggia a seguito della sospensione del servizio di trasporto scolastico da parte dell’Amministrazione”.
Il presidio è promosso da Cgil Camera del Lavoro di Brescia, SOS Scuola, Fondazione Piccini, Sel, Idv, Prc, Coordinamento Immigrazione Pd Brescia, Libertà e Giustizia, Diritti per tutti, Arci Ragazzi, Cobas Scuola, Opera Nomadi, SeNOnOraQuando Comitato di Brescia, Al Lavoro Con Brescia, Siamo tutti sulla stessa barca, Comitato per la salute la rinascita e la salvaguardia del centro storico, LegaAmbiente, Movimento per la partecipazione cittadinecittadini, Coordinamento comitati ambientalisti Lombardia, Gurppo Mani Tese liceo Calini, Auser, Sinistra Critica.
In una lettera inviata dalle associazioni a prefetto, sindaco, Ufficio scolastico provinciale, comandante Polizia Locale, polizia stradale e comando provinciale dei carabinieri di Brescia, viene sottolineata la “grave situazione di pericolo per gli spostamenti delle alunne e degli alunni del  campo nomadi di via Maggia a Brescia”.
“L’ Amministrazione comunale di Brescia”, si legge nel testo della missiva, “ha deliberato, in questi giorni, di escludere le bambine e i bambini del campo nomadi di via Maggia dall’uso dello scuolabus che da anni li accompagnava nelle scuole della zona sud della città, per ottemperare all’obbligo scolastico”.
“Fino all’entrata in vigore di questo atto amministrativo  lo scuolabus era la soluzione più consona per poter garantire gli spostamenti in sicurezza trovandosi il campo nomadi, come è noto, distante dalle sedi scolastiche di riferimento e in una posizione assolutamente di pericolo in quanto non esistono, in quel luogo, marciapiedi o altre soluzioni idonee e protette per i pedoni”, viene evidenziato dagli scriventi.
“In considerazione del fatto che sono decine le persone, fra bambini, genitori o accompagnatori, che dovrebbero, in alternativa allo scuolabus, percorrere lunghi tratti non protetti e molto trafficati anche da mezzi pesanti, chiediamo alle istituzioni in indirizzo quali interventi siano in grado di mettere in opera al fine di offrire un servizio essenziale a garanzia della  loro sicurezza che, diversamente, verrebbe sistematicamente  messa in  serio e grave pericolo”.
La richiesta formulata al Comune di Brescia è quella, se non pensi di provvedere al servizio di trasporto, di “ottemperare urgentemente agli obblighi di messa in sicurezza della sede stradale interessata dal problema come previsto dalle normative vigenti in materia o, in alternativa,  possa prevedere la riattivazione gratuita dello scuolabus in assenza di percorsi sicuri e protetti, come in casi analoghi avviene nella totalità dei comuni Italiani”.
Le associazioni ricordano poi che “il 22 settembre 2012 a Brescia, si è chiusa la settimana della mobilità sostenibile promossa e finanziata con contributi dall’Unione Europea che prevedeva l’impegno del Comune a promuovere idonee iniziative per favorire gli spostamenti in sicurezza anche degli studenti bresciani, evitando l’uso del mezzo privato in quanto fonte d’inquinamento atmosferico; questo fatto , così come da noi denunciato, contraddice completamente le positive finalità di questa iniziativa. In considerazione di quanto fin qui descritto, siamo certi che si possano comprendere le nostre preoccupazioni  e,  rimanendo in attesa di una vostra decisione a breve,  auspichiamo una  positiva soluzione che, altrimenti, in caso malaugurato di eventuali incidenti, assolutamente da evitare in  questa pericolosa situazione, metterebbe in grave difficoltà  le istituzioni coinvolte, che ne sarebbero, per la loro parte, responsabili”.

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