Lo sdegno corre (anche) sui social network

Dopo gli sviluppi della vicenda "biglietti gonfiati", su Facebook numerosi post che stigmatizzano l'operato di Artematica ma anche dell'amministrazione bresciana.

(red.) “Mostra ‘Matisse. La seduzione di Michelangelo’ prorogata a domenica 26 giugno! Due ulteriori settimane per poter ammirare i capolavori di Matisse al Museo di Santa Giulia. Grazie al grande successo ottenuto, la mostra dell’anno sarà visitabile fino a domenica 26 giugno. Cosa aspettate?”
Così recitava l’annuncio della proroga dell’esposizione sul sito artematica.tv. Sembrano ormai lontani i tempi in cui la “grande mostra” dell’era post-Goldin veniva celebrata con grande enfasi da tutti: Comune di Brescia, Brescia Musei, ente organizzatore, assessore alla Cultura Andrea Arcai, in primis.
Ora, alla luce di quanto emerso martedì in base ai dati Siae, che hanno rivelato che il numero dei visitatori all’esposizione del 2011 è stato la metà di quello dichiarato dalla società trevisana (i biglietti emessi dal 12 febbraio al 12 giugno dicono che i visitatori sono stati 124.184 di cui paganti 111.162, gratuiti 11.215, 1.807 con abbonamento), resta solo l’amaro in bocca per una vicenda che, oltre ai contorni della truffa (che verrà valutata nelle apposite sedi legali), suscita diversi interrogativi anche sull’operato degli amministratori pubblici, rei, se non altro, di mancata vigilanza su quella famosa “autocertificazione” che la società di Andrea Brunello (ora messa in liquidazione, per una situazione finanziaria pregressa difficile) aveva presentato alla Loggia sul numero degli ingressi.
I DUBBI SUI DATI DELLE ALTRE MOSTRE. La questione non manca, come era logico attendersi, di allargarsi anche alla sfera politica, dopo che il Partito Democratico ha chiesto di visionare i dati sull’altra mostra, quella degli Inca (chiusa con 273mila visitatori).
Una verifica a questo punto doverosa, come sottolineato dal primo cittadino Adriano Paroli, che si è detto “arrabbiato e deluso” e non ha mancato, sebbene in modo soft, di “tirare le orecchie” all’assessore alla Cultura Arcai, colpevole di dichiarazioni imprudenti” sulla vicenda. Nonostante ciò, il sindaco ha ravvisato la “buona fede” dell’amministratore che “da subito ha invocato i dati Siae”, respingendo così la richiesta di dimissioni dell’assessore formulata dal Pd.
LA VICENDA INFIAMMA ANCHE I SOCIAL NETWORK. L’eco dello sdegno suscitato dagli ultimi sviluppi del “caso Matisse” si fa sentire anche sui social network. Tra i primi a postare un commento infuocato su Facebook l’assessore ai Lavori Pubblici Mario Labolani. “Sto pensando”, scrive, “ che ci sono persone che si devono vergognare di esistere, che andrebbero prese a calcioni da qui ai confini dell’Italia. Il signor Brunello di Artematica organizzatore della mostra di Matisse nella nostra città ha vergognosamente dato dati di visitatori palesemente superiori a quelli della Siae solo per incassare dei bonus. Ora in tutte le sedi opportune”, conclude Labolani “ci costituiremo per tutelare il buon nome della nostra città e del nostro lavoro”.
Il post dell’assessore ha raccolto decine di “mi piace” e molti commenti da parte dei suoi contatti. Tra questi anche il suggerimento a controllare “anche i dati di Linea d’ombra”, ovvero la società di cui è direttore generale Marco Goldin, curatore della stagione delle “Grandi mostre” a Brescia (si ricordi il progetto quinquennale intitolato “Brescia. Lo splendore dell’arte” che comprendeva Monet, la Senna, le ninfee; Gli impressionisti e la neve. La Francia e l’Europa; Gauguin-Van Gogh. L’avventura del colore nuovo e Millet. Sessanta capolavori dal Museum of Fine Arts di Boston; Turner e gli impressionisti; Mondrian; America! Storie di pittura dal Nuovo Mondo; Van Gogh. Disegni e dipinti. Capolavori dal Kröller-Müller Museum). Un suggerimento che l’assessore in Loggia accoglie volentieri affermando  che verificheranno “non solo quelli anche le manifestazioni del tipo Festival del Circo e altro”.
Non mancano però le critiche all’operato dell’amministrazione, con la richiesta, da parte di un altro commentatore “di fare le scuse pubbliche a tutta la cittadinanza bresciana ed in particolar modo a quei cittadini che hanno subito minacce di azioni legali per quanto stavano da tempo facendo osservare”. E non viene nemmeno lasciato passare il messaggio politico contenuto nella vicenda, portata alla luce da Rocco Vergani del Pd che, proprio su Fb, aveva pubblicato una foto con matrice del tagliando alla mostra riportante un numero progressivo molto lontano da quello dichiarato da Artematica negli ultimi giorni di apertura dell’evento.
ARCAI E LE POLEMICHE CON QUIBRESCIA.IT Intanto, dopo la clamorosa svolta della vicenda “biglietti gonfiati” (che tali sembrerebbero, appunto), il sospetto sulla “buona riuscita” di altre installazioni sopraggiunge. A pensar male, recita un famoso detto, si fa peccato, ma spesso si indovina.
Come è andata, ad esempio, la mostra “parallela” a quella di Matisse ed intitolata “Ercole il fondatore. Dall’ antichità al Rinascimento”, andata in scena a Santa Giulia dal 11 febbraio al 26 giugno 2011 (a cura di Marco Bona Castellotti e Antonio Giuliano) e costata alcune migliaia di euro?
Un’esposizione che sulle pagine di quiBrescia.it aveva acceso una vivace querelle per una recensione che non era piaciuta all’assessore Arcai, che aveva criticato i giudizi espressi sulle nostre pagine sia su questo evento che su Matisse, definendoli palesemente errati” e dicendosi “pronto a confrontarmi in un dibattito pubblico con l’articolista sulla valenza delle mostre stesse, offrendo le mie dimissioni definitive ed irrevocabili da assessore alla Cultura contro le dimissioni altrettanto definitive e irrevocabili dell’articolista ‘v.p.’ come giornalista”. Lo stesso cronista era stato invitato da Arcai ad indossare un buffo cappello con due lunghe orecchie, simili a quelle di un asino”.

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