Maya, la Loggia dà il benservito ad Artematica

Come già annunciato, la mostra sui Maya, affidata a suo tempo alla società di Treviso, non si farà. Il Comune attende ancora spiegazioni e la parola ora passa ai legali.

(red.) Come già annunciato anche da quiBrescia.it la mostra sui Maya che avrebbe dovuto tenersi a Brescia entro la fine dell’anno non si farà.
Il Comune ha infatti dato il benservito ad Artematica, società di Treviso a cui era stato affidato il mandato di organizzare l’evento, e ufficializzato l’addio all’esposizione il cui destino, però, sembrava segnato già da tempo.
E che l’azienda trevigiana non fosse la più indicata a proseguire (se così fosse stato) il progetto della “grande mostra” era molto più che una mera ipotesi dopo il “caso Matisse” emerso nelle ultime settimane e che continua ad infiammare il dibattito sui media e all’interno anche della politica.
Solo il 14 agosto il sindaco Adriano Paroli aveva dichiarato che l’allestimento a Santa Giulia avrebbe visto la luce e che la Loggia avrebbe investito 700mila euro (fondi derivati dal gettito Imu) e la restante quota sarebbe stata messa a disposizione da uno sponsor privato, Stefanel, e dalla stessa Artematica.
Condizioni che, allo stato attuale, con la querelle in atto fra amministrazione, Fondazione Brescia Musei e la società guidata dal socio amministratore Andrea Brunello, sono decadute.
Una collaborazione, quella con Artematica, iniziata nel 2009 con la mostra sugli Inca e proseguita poi con gli altri eventi, incluso quello finito ora sotto la lente d’ingrandimento per presunti biglietti gonfiati. Una vicenda che è destinata a restare ancora a lungo sulle pagine dei giornali. Venerdì 7 settembre scade infatti l’ultimatum imposto dalla Loggia a Brunello per la presentazione dei dati Siae sul numero effettivo degli ingressi. E intanto è stato aperto un fascicolo in Procura nel quale sono confluiti tutti i documenti in possesso a Brescia Musei sulla mostra. Il Pd, invece, è tornato all’attacco, chiedendo che si faccia luce anche sulle responsabilità degli amministratori bresciani.
In ogni caso, la risoluzione del contratto con Artematica non avrà conseguenze per il comune che non è tenuto a pagare alcuna penale.
Il documento era stato siglato il 18 novembre scorso e impegnava la società di Treviso ad allestire la mostra “Maya. I signori del tempo”, presso le sale di Santa Giulia,  tra il 29 novembre 2012 e il 3 marzo 2013. L’importo del contratto ammontava a 2,1 milioni di euro da versare alla società di Treviso, con 400mila euro da pagare a mostra conclusa. Diversamente da quanto avvenuto con la precedente esposizione su Matisse, era prevista una royalty di 0,79 euro per ogni biglietto venduto.
E, nel caso in cui i biglietti venduti da Artematica fossero stati inferiori a 230.000 visitatori paganti, l’azienda si impegnava a garantire alla Fondazione una somma non inferiore a 180mila euro, “indipendentemente dal numero di biglietti venduti”.
Con le royalties sarebbe stato dunque bypassato il rischio di mancanza di chiarezza sul numero dei tagliandi effettivamente ceduti.
Nel contratto si specificava anche che Artematica avrebbe dovuto relazionare, a cadenza quindicinale, sull’andamento della mostra stessa.
Su tutto ciò gravava però l’autorizzazione preventiva da parte del ministero dell’Economia e dei Beni culturali, sulla spesa stessa per la mostra.
Un “sì” che non era arrivato entro la scadenza del 31 dicembre 2011 e che Artematica aveva cercato di posticipare chiedendo una proroga al 28 febbraio 2012, proroga che venne però respinta da Brescia Musei. Il 16 gennaio la risoluzione del contratto.
Intanto, sotto il fuoco incrociato di Comune e Fondazione, la società guidata da Brunello non è stata a guardare e ha dato adito alle vie legali.

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