Biglietti gonfiati, il Pd chiede la testa di Arcai?

I toni non si abbassano sulla questione degli ingressi alla mostra di Matisse. "Troppa confusione", ma ora l'opposizione vuole vederci chiaro: "In gioco la politica culturale".

(p.f.) “Su Matisse, la nebbia è fitta”. Così, il capogruppo Pd Emilio Del Bono ha commentato guerra dei numeri che si sta combattendo per stabilire i reali ingressi alla mostra.
“La situazione non è per nulla chiarita, ancora una volta la giunta in carica si dimostra inadeguata a comunicare in modo convincente e trasparente la situazione che invece merita di essere ben evidenziata all’opinione pubblica”.
Rimangono in piedi, per il Pd, tutte le preoccupazioni, soprattutto dopo le dichiarazioni che si sono susseguite, da parte prima dell’assessore alla cultura Andrea Arcai, poi del sindaco Paroli, poi del presidente della Fondazione Brescia Musei Fausto Lechi, poi da parte di Artematica e del direttore generale del Comune, Alessandro Triboldi.
“Dichiarazioni”, ha sottolineato Del Bono, “che non hanno coerenza l’una con l’altra. E’ aumentata la condizione di confusione e non chiarezza della vicenda”. In effetti le domande a cui urge dare una risposta non sono poche. La prima è sicuramente se sono stati dati legittimamente 500mila euro (300mila di bonus, 200mila di penalità che non dovevano essere versati) ad Artematica?
E ancora: a distanza di un anno dalla chiusura della mostra non è stato possibile sapere quanti sono i visitatori. “Su un punto, è tutto chiaro, però”, ha precisato Del Bono, “sulla querelle tra visitatori paganti e non, il contratto non è per niente ambiguo: all’articolo 8 il contratto dice con chiarezza che la verifica dei visitatori si deve effettuare sulla base della presentazione modello C1 a fini Siae. Per cui non esistono i visitatori non dichiarati alla Siae”.
Se alla Siae sono stati dichiarati 230mila visitatori, il bonus è stato pagato legittimamente. Altrimenti, c’è qualcosa che non va. Anzi, il dubbio sollevato dal Pd è che non solo non si siano raggiunti i 230mila visitatori, ma che addirittura non ci sarebbero stati neanche i 150mila.
“Sui quotidiani locali sono stati pubblicati biglietti che, a ridosso del 20 giugno, riportano quota 134mila visitatori. Noi, con l’interrogazione, chiediamo di sapere esattamente quanti sono i visitatori a fine Siae, quanti gli omaggi (che stanno dentro i biglietti a fine Siae), quanti i ridotti, quanti gli ingressi a costo pieno e quanti biglietti sono stati acquistati dalle società partecipate del Comune”.
La risposta arriverà nel Consiglio comunale del 17 settembre. E il dubbio è che, se non sarà convincente, qualcuno chiederà anche la testa di Arcai. “Il contratto inchioda alle responsabilità l’amministrazione. C’è una grossa responsabilità politica, oltre che amministrativa: come possiamo fidarci di un’amministrazione che gestisce così improvvidamente le risorse pubbliche, in modo inadeguato e approssimativo?”.
“Qui si sta giocando”, ha sottolineato il consigliere Alberto Martinuz, “anche la politica culturale della città. Nel primo anno di Unesco, rischiamo di rimandare al Paese l’immagine di una città che dà numeri che non sono veri”.
“La nostra città ha avuto una tradizione straordinariamente positiva”, ha concluso il segretario cittadino Giorgio De Martin, “decenni e decenni di buon governo e serietà. Qui continuiamo a vedere nebbie. Ma noi non abbiamo intenzione di chiudere ora la vicenda. Netti nel pretendere chiarezza, attendiamo i dati: non ci fermeremo di fronte a balbettii vari”.

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