Inchiesta sanità, sequestro beni per 35mln

Sigilli pure ad uno yatcht di Daccò, il faccendiere amico del presidente della Regione, ma anche ad appartamenti, ville, hotels e persino vini pregiati.

(red.) Un mega-yacht ormeggiato nel porto di Ancona con tanto di tender, appartamenti di lusso nel cuore di Venezia e Milano, tre ville, un mini complesso residenziale e quasi la metà delle quote di un hotel in Sardegna, terreni a Bonassola, località di villeggiatura ‘bon ton’ in Liguria, una cinquantina, tra conti correnti e depositi titoli e risparmi, quote di società, e addirittura mille bottiglie di vino pregiato per un valore complessivo di 300 mila euro. E’ lungo l’elenco dei beni sequestrati oggi dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano con al centro i circa 70 milioni di euro ‘drenati’ dalle casse della Fondazione Maugeri con lo scopo di creare fondi neri all’estero.
Il sequestro preventivo, pari a 53 milioni e 278 mila euro, ossia l’equivalente del presunto profitto illecito contestato, è stato eseguito nei confronti delle sei persone arrestate lo scorso aprile, tra cui il faccendiere già in carcere per il caso San Raffaele Pierangelo Daccò, l’ex assessore regionale alla SanitàAntonio Simone e l’ex patron dell’ente Umberto Maugeri (ai domiciliari). Un atto, disposto dal gip Vincenzo Tutinelli, su richiesta dei pm Luigi Orsi, Laura Pedio, Gaetano Ruta e Antonio Pastore, necessario ai fini della confisca qualora si arrivasse a condanne definitive e che comprende anche gli oltre 6 milioni che, per gli inquirenti, sarebbero stati riciclati da Simone, accusato con agli altri di associazione per delinquere transnazionale finalizzata all’appropriazione indebita, alla frode fiscale e ad altri reati.
Così sono stati messi i ‘sigilli’ all”Amerika-London’, un Ferretti di una trentina di metri e assicurato per 8 milioni e mezzo e che fino a qualche tempo fa portava il nome di ‘Miamor’.
Uno yacht che, come risulta dai verbali agli atti dell’ inchiesta, in passato, soprattutto in estate, capitava navigasse nel Mediterraneo assieme all”Ad Maiora’, l’altra barca acquistata in leasing da Daccò: a bordo della prima c’erano il faccendiere e famiglia, a bordo dell’altra, invece, il presidente della Lombardia Roberto Formigoni con i suoi amici più stretti. Un benefit che aggiunto agli altri (come le vacanze a cinque stelle ai Caraibi) avrebbe portato il governatore ad essere iscritto nel registro degli indagati anche se, come lui ripete da tempo, non ha mai ricevuto alcuna informazione di garanzia. Nella lista di quanto sequestrato al ‘procacciatore d’affari’ spuntano, inoltre, il 49% delle quote dell’albergo Regina Pacis (non lontano da Cagliari) intestate alla sua Limes, una casa di 8 vani e tre terreni a Bonassola, tre ville in localitàSchina Manna, ai bordi della Costa Smeralda, una palazzina a Sant’Angelo Lodigiano e ben 37 tra conti correnti e di deposito titoli o risparmi (alcuni intestati alle figlie). E infine, un migliaio di bottiglie di vino così pregiato da essere stato depositato in un apposito locale del ristorante milanese Sadler (ora il titolare è stato nominato custode), spesso luogo delle cene ‘d’affari’ di chi è stato definito il ”tesoriere” dei fondi neri costituiti in un decennio fra l’altro per ”pagamenti riservati, anche illeciti”, per sbloccare in Regione, si ipotizza, l’iter delle pratiche ‘targate’ Maugeri.
Tra i beni di valore rilevante sequestrati ci sono poi un appartamento in zona Bocconi e uno in via Visconti di Modrone a Milano, ma soprattutto una casa al secondo piano di una palazzina nel cuore di Venezia e un immobile con box ad Angera, sulle sponde del lago Maggiore, tutti di proprietà di Umberto Maugeri. E ancora: un complesso residenziale composto da ”tre corpi di fabbrica” ciascuno con ”uso abitativo”, sempre in località Schina Manna, di Simone, e due appartamenti nel capoluogo lombardo e anche una Jaguar e una Bmw di Costantino Passerino, l’ex direttore amministrativo della Maugeri che, proprio nei giorni scorsi, ha avanzato una nuova richiesta di scarcerazione sostenendo di non poter far rientrare in Italia, come chiedono i pm, i soldi depositati in Svizzera in quanto ‘bloccati’.
E se da un primo e parziale conteggio, sui conti sono stati sequestrati denaro e titoli per 8,5 milioni e quote societarie tra i 3 e i 4 milioni (vanno sommati con i valori dello yacht e degli immobili), dal provvedimento firmato dal gip risultano altri cinque nuovi indagati (tra cui l’ex capo di una loggia massonica di Lugano Sandro Fenyo). Un passo in avanti in un’inchiesta da cui si attende una nuova svolta grazie anche alle dichiarazioni messe a verbale da Passerino e da Gianfranco Mozzali (anche lui in carcere) i quali hanno permesso di fotografare una situazione ”profondamente (.) mutata” rispetto a qualche mese fa.

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