I saldi giocano d’anticipo, al via le promozioni

Da questo sabato in Lombardia è possibile la vendita promozionale dei prodotti, con un mese di anticipo sui saldi di fine stagione. Confesercenti contraria, Ascom dice "sì".

(red.) Sotto il morso della crisi e delle scadenze fiscali imminenti, Imu in primis, i negozianti lombardi danno il via ai saldi con un mese di anticipo. Si parte infatti questo sabato invece che il 7 luglio, come previsto dalla data unica in tutt’Italia. Questo, per effetto di una legge regionale approvata a spron battuto e quasi all’unanimità dalla giunta lombarda, pubblicata venerdì nel bollettino ufficiale.
”Da sabato diventa operativa la sospensione del divieto di effettuare vendite promozionali 30 giorni prima dell’avvio dei saldi, il 7 luglio”, ha spiegato a il presidente di Federazione Moda Italia, Renato Borghi, secondo il quale l’esempio dei commercianti lombardi ”potrebbe essere presto seguito da altre regioni dove vige lo stesso divieto”. Non dovunque infatti è lo stesso. In Emilia, Friuli e in provincia di Trento il divieto non sussiste. Così la concorrenza è a due passi da casa.
Da sabato quindi i negozi di moda, abbigliamento, calzature in tutte le province lombarde, se vogliono potranno fare le vendite promozionali su uno o più prodotti. ”A giudicare dalle telefonate che abbiamo ricevuto, saranno in molti ad avvalersi di tale possibilità” dice Borghi. La crisi infatti picchia più che mai: nei primi tre mesi in Lombardia hanno chiuso 495 negozi di abbigliamento a fronte di 188 nuove aperture. Di fatto, la metà delle chiusure avvenute l’anno scorso. ”Non ci aspettiamo un miracolo, ma la situazione è talmente grave che qualche intervento va attivato. Il calo dei consumi è notevole, meno 13-15% rispetto all’anno precedente”.
Ad aggravare il quadro, le prossime scadenze fiscali.
”L’Imu colpisce due volte gli operatori del commercio, se sono affittuari perchè si riproveranno con canoni di affitto più alti in quanto i proprietari vorranno rientrare dal maggior esborso. Lo stesso”, ha detto Federmoda, “se sono i proprietari del locale, perchè pagheranno di più”. Non solo. A preferire l’anticipo dei saldi anche la previsione che le tasche delle famiglie a inizio luglio saranno alleggerite dalla nuova tassa.
Per rinnovare il guardaroba o per qualche spesa voluttuaria, meglio quindi giocare d’anticipo, battendo la concorrenza delle regioni limitrofe.
La richiesta dei commercianti lombardi è stata subito raccolta dalla politica. Il fatturato delle imprese del sistema moda nazionale era di 34,9 miliardi di euro nel 2010, e si stima una perdita secca di 2 miliardi di euro in due anni. A non credere alla misura è il Codacons: ”anche se anticipati i saldi non avranno l’effetto sperato e le vendite, almeno a Milano, subiranno un calo del 10% rispetto all’estate scorsa”.
”Le previsioni non sono rosee”, ha detto il Codacons. “La spesa per famiglia a Milano non supererà i 200 euro, contro i 220 dello scorso anno e solo il 40% dei milanesi si avvarrà degli sconti di fine stagione”.
Non tutte le associazioni di categoria bresciane hanno accolto positivamente la novità. In particolare per Alessio Merigo, direttore di Confesercenti Brescia, con questa modalità di anticipo delle promozioni i saldi di fine stagione vengono vanificati.
Non solo, per Merigo vengono avvantaggiate solo le catene e la grande distribuzione, in grado di sostenere  il margine più risicato di guadagno.
Viene anche stigmatizzato il mancato confronto, da parte della Giunta regionale, con le associazioni di categoria che avevano comunque già espresso la propria contrarietà.
Per Ascom Brescia invece la novità è valutata positivamente perché, dopo una prima fase in cui i commercianti si erano schierati sul fronte dei “no”, per il  numero uno Carlo Massoletti, anticipare gli sconti è una scelta favorevole in tempo di crisi.

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