Sfratti, fondo di 260mila euro dalla Loggia

Due interventi: accordo con la proprietà per il pagamento del 50% della morosità e la revisione del contratto di affitto, e il rinvio dello sfratto fino ad un massimo di otto mesi.

(s.s.) Nel 2011 gli sfratti per morosità incolpevole a Brescia sono stati 578. Il doppio rispetto a quelli del 2007. Fra il 2008 e il 2009, in concomitanza con l’inizio della crisi economica, sono esplosi: da 357 a 565. E anche per il 2012 le previsioni non sono rosee: al 30 aprile ne sono già stati registrati 215.
Da gennaio 2011 il Comune ha portato avanti il tavolo di concertazione per il contenimento degli sfratti nato in Broletto, ma che in quella sede non trovò gli adeguati finanziamenti. La Loggia, invece, ha messo a disposizione 260mila euro per due linee di intervento utili a scongiurare o almeno a rimandare la messa alla porta dell’inquilino che non può più pagare.
Il primo progetto di intervento prevede un accordo con la proprietà dell’immobile che accetta il pagamento del 50% della morosità accumulata e la revisione del contratto di affitto ribassato, annullando così ogni debito pregresso. Il secondo progetto prevede invece che lo sfratto venga rimandato, fino ad un massimo di otto mesi, grazie ad un intervento diretto del Comune che rifonde il proprietario di una parte della morosità, salvo poi accordarsi con l’inquilino per l’estinzione del debito. Dall’inizio del 2011 a oggi per il primo intervento sono pervenute due domande, mentre per il secondo 32.
“Il tavolo di concertazione non è solo un erogatore di fondi”, ha precisato l’assessore alla Casa Massimo Bianchini, “ma è uno strumento permanente che cerca soluzioni nuove e alternative ad un fenomeno che non accenna a fermarsi. Siamo un esempio in Italia grazie alla partecipazione di tutte le realtà coinvolte”, ha commentato ancora Bianchini, “ma non è in questa sede che si può trovare soluzione definitiva ad un problema così grande”. “Stiamo operando tutti al meglio per un problema che non può essere risolto solo qui”, gli ha fatto eco Romano Rebuschi del Sunia, “perché si tratta di una pandemia. La cura definitiva è il rilancio della politica abitativa del Paese”. A cominciare dal coinvolgimento dei Comuni dell’hinterland. “Abbiamo inviato a tutti i Comuni contermini la richiesta di un incontro per esportare questa esperienza anche in altre amministrazioni bresciane, ma ben poche sono state le risposte”, ha concluso Rebuschi.
“Sappiamo che tutte queste morosità sono incolpevoli, quasi sempre dettate dalla perdita del lavoro”, ha commentato Pierangelo Bennati di Uniat. “Cerchiamo quindi di allontanare il più possibile lo sfratto in attesa che le persone possano tornare alla propria occupazione”. “E’ stato un lavoro lungo e attento che ci ha fatto approdare ad una soluzione diversa rispetto a quella da cui siamo partiti”, ha detto Lorella Sossi dell’Aler, “stiamo già cercando di esportare in Regione il progetto”.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.