“Paroli ha tagliato i servizi sociali del 25%”

Il Partito Democratico ha corretto le dichiarazioni del sindaco sugli investimenti nel welfare. "Nel 2012 si spenderanno poco più di 40 milioni contro i 54 del 2008".

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(p.f.) “Altro che 8%: la giunta Paroli, dal 2008, ha tagliato il 25% ai servizi sociali”. Il Pd contesta i numeri dati dal sindaco  di Brescia Adriano Paroli sulla spesa per il sociale. Stando ai dati, nel 2008 la spesa corrente per i servizi sociali del Comune di Brescia ammontava a 54,6 milioni di euro; nel 2009 si è arrivati a 48 milioni; 47 nel 2010; 46,5 nel 2011; 40,4 milioni messi a preventivo nel 2012. “Un taglio dunque”, ha spiegato Fabio Capra, “del 25%. Abbiamo sempre offerto la nostra disponibilità a parlare per evitare di arrivare oggi ad una situazione di tale gravità. Se oggi le famiglie, le Rsu, gli assistenti sociali sono in fibrillazione c’è un motivo”.
In quattro anni, ha denunciato Capra, è stato assunto un solo assistente sociale, contro le quasi 20 assunzioni di poliziotti municipali. “Eppure vediamo che Brescia vive comunque un forte disagio. Bisognerebbe spendere più soldi per tutta la filiera dei servizi sociali”. Le proposte del Pd, già presentate in Consiglio ma rimaste inosservate, sono di rinunciare all’abbattimento delle torri, visto che solo la dinamite comporta un esborso di 3 milioni di euro, e recuperare i residui di Brixia Sviluppo, circa 4 milioni di euro, da ‘travasare’ non in Brescia Infrastrutture ma in Brescia Solidale, per coprire ad esempio l’assistenza domiciliare.
“La differenza tra Pd e il centrodestra è che il nostro principio è meno soldi spesi inutilmente e più spese per i servizi sociali”. Mercoledì il Pd sarà chiamato in Commissione a votare il nuovo piano per i servizi sociali. “Un piano”, ha aggiunto Capra, “in cui si legge che la linea della Loggia sarà la progressiva dismissione dei servizi sociali a favore di pratiche come il partenariato sociale o l’affidamento al Terzo Settore. Noi voteremo contro”. “Anche perché”, ha il consigliere aggiunto Luigi Gaffurini, “da conoscitore delle Acli posso dire che non ci sono i presupposti perché il terzo settore faccia quello che faceva il pubblico: integrazione sì, ma non supplenza”.
Per Walter Mucchetti, le scelte dell’amministrazione Paroli sono “un attacco alla coesione sociale di Brescia. Forse neanche l’assessore Maione si rende ben conto delle conseguenze delle loro scelte. Il mondo sta andando da un’altra parte, la crisi non è temporanea ma strutturale, eppure la giunta sembra non rendersene conto”. E al proposito, Emilio Del Bono ricorda che la stessa Viviana Beccalossi, vice coordinatrice regionale del Pdl, ha bacchettato Paroli sulla lista delle priorità. “Beccalossi ha detto basta allo stadio, al parcheggio sotto il castello. Paroli è una persona decontestualizzata, non ha capito la città, la reazione alla giunta attraversa tutti i ceti sociali e tutte le forze politiche”.
Secondo il capogruppo Emilio Del Bono, la ritirata dell’ex assessore al Bilancio Fausto Di Mezza sarebbe indice di una deriva della barca Pdl. “La fuga di Di Mezza è segno che la barca si sta inabissando, perché il più autorevole politico che hanno in giunta se ne va nel momento in cui si dovrebbero raccogliere i frutti”. Alla giunta si chiede ora di andare in Consiglio e fare una variazione di bilancio, cambiando rotta.
L’11 giugno, in effetti, una variazione ci sarà, perché arriveranno alcune centinaia di milioni di euro dalle partecipate, Centrale del Latte in primis. “Ma la coperta è corta, sarà difficile accontentare tutti”, sostengono dal Pd. “A differenza di Paroli”, ha concluso Del Bono, “noi non siamo abituati a dare i numeri sbagliati. Ma questa tendenza del sindaco a diffondere dati falsi è pericolosa, e mina l’attendibilità della pubblica amministrazione: si rischia di perdere la credibilità nei confronti dei cittadini”.

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