Edison, il controllo è passato a Edf

Con la firma definitiva sul riassetto nasce Edipower italiana. A2A, che detiene il 56% del capitale (Iren il 21%) diventa così la seconda utility del Paese.

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(red.) Il controllo di Edison passa ufficialmente a Edf mentre A2A, Iren e gli altri soci di Delmi conquistano Edipower e le sue centrali di produzione elettrica.
Nello studio legale di Clifford Chance, a Milano, sono stati siglati i contratti che mettono il sigillo definitivo al tormentato riassetto di Edison, al termine di un duro negoziato durato un anno e mezzo e che ha visto l’intervento di ben tre ministri e numerose proroghe dei patti di sindacato.
A distanza di oltre dieci anni dall’ingresso nell’allora Montedison, i francesi chiudono la ‘campagna d’Italia’ conquistando l’80% del capitale e il controllo esclusivo del gruppo elettrico. Rinunciano però ai 7.600 megawatt di Edipower che restano in mani italiane: l’ex genco dell’Enel e le sue nove centrali passano sotto il controllo di Delmi e verranno consolidate da A2A (la multiutility dei comuni di Brescia e Milano), che di Edipower diventarà il socio di controllo, con il 56% del capitale, affiancato de Iren (21%).
Proprio Edipower potrebbe diventare il polo aggregante attorno cui far crescere, in modi ancora da definire e superando i campanilismi che connotano il mondo delle ex municipalizzate, una grande multiutility italiana.
L’acquisizione di Edison da parte di Edf ” è una tappa decisiva verso una vera strategia del gruppo nel gas” ha detto il presidente, Henri Proglio, spiegando che l’obiettivo dei francesi è di fare del nostro Paese il loro ”hub del gas” in quanto l’Italia ”si trova in una situazione geopolitica potenzialmente ideale, all’incrocio di numerose infrastrutture di fornitura” che le danno un ruolo strategico per la sicurezza degli approvvigionamenti in Europa. Non a caso, ha annunciato, ”la sede del polo gas per tutto il gruppo Edf sarà a Milano” e il nostro Paese potrà giocare ”un ruolo” anche per quanto riguarda il gas liquefatto. Inoltre, ha aggiunto, Edison beneficerà delle ”sinergie” con i francesi attraverso ”l’accesso agli accordi internazionali, come quello recentemente sottoscritto, con Gazprom”.
Ma anche sul fronte italiano si festeggia per la nascita della ‘nuova Edipower’. Delmi ha messo a punto gli ultimi tasselli dell’operazione chiudendo il finanziamento a cinque anni da 1,25 miliardi a sostegno dell’acquisizione (sono state date in pegno le azioni della holding e di Edipower) e ha firmato gli accordi sulla governance (che prevedono delle way-out per Iren esercitabili in cambio di impianti). ”La partnership tra Iren ed A2A, insieme all’apporto degli altri azionisti, forniraà un impulso significativo al miglioramento della competitività di Edipower” ha commentato Roberto Garbati, A.d. di Iren e neo presidente di Edipower, che oggi ha nominato il suo nuovo cda in cui sono entrati anche i direttori generali di A2A, Renato Ravanelli e Paolo Rossetti (in pole per la carica di A.D.), e che dovrà essere confermato, per quanto riguarda i componenti espressione di A2A, dopo l’assemblea di martedì prossimo sulle rinnovo delle cariche.
Con Edipower, ha sottolineato Ravanelli, A2A diventa ”il secondo operatore elettrico italiano con circa 12mila megawatt di capacità installata e un efficiente mix produttivo. Una parte rilevante di questo portafoglio è composto da impianti idroelettrici che contribuiranno a migliorare in maniera significativa la redditività industriale del gruppo”.
A questo punto, per chiudere l’operazione, manca solo l’Opa obbligatoria di Edf sul flottante di Edison a 0,89 euro per azione che, ha detto il cfo di Edf, Thomas Piquemal partirà ”a fine giugno o a luglio”. I prospetti sono già stati depositati in Consob. Resta solo l’incognita su cosa farà la Tassara, grande avversaria di un riassetto giudicato penalizzante per le minoranze. ”Devono pronunciarsi come tutti i minoritari sulla loro volontà di aderire all’offerta” si è limitato a dire, in tono scolastico, Piquemal.

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