Il popolo leghista: “Non siamo morti”

All'indomani dell'esito delle comunali la base elettorale si divide: chi vede in Maroni il futuro del Carroccio (i militanti più giovani), chi resta fedele al senatur.

(red.) E’ nelle sfumature che si coglie il particolare momento leghista: ai consueti microfoni aperti su Radio Padania Libera non si è sentito, all’indomani dell’esito delle elezioni comunali, il tono del dramma. Che la Lega sia a una svolta, più morale che elettorale, lo si è capito piuttosto da come si sono mischiati umori e commenti in cerca di una cornice politica stabile. Se appare largamente condiviso il pensiero che le inchieste giudiziarie abbiano fatto perdere voti, c’è però chi giura che l’azione dei pm sia stata un complotto e chi invece, pur essendo in parte d’accordo, chiede di ammettere ”che abbiamo sbagliato”.
C’è anche chi invoca Maroni segretario e chi no, mai abbandonerà Bossi. Alla radio sembra di capire che i duri e puri che nulla rinnegano siano quelli dalla voce più anziana.
Su internet, sui social network che la Lega più giovane ha scoperto da qualche mese, spopola la richiesta ”di andare avanti con le pulizie”. La vittoria di Flavio Tosi a Verona è diventata l’amuleto di chi crede in una ripartenza in grande. E fra i leghisti di Facebook spopola la mania degli occhiali rossi, segno distintivo di chi ”la vede come Roberto Maroni”.
Il denominatore comune di tutti è però che nonostante il responso delle urne ”la Lega non è morta”.
”Secondo me”, ha detto alla radio Fabrizio da Treviso, “prima di fare la Padania bisogna fare i padani. Quelli che hanno votato non hanno capito che la Lega era l’unico partito che si presentava con il suo simbolo, non hanno capito che è stato tutto un attacco mediatico nei nostri confronti”. Secondo Alberto da Verona ”Ormai c’è la moda di dare addosso alla Lega, ma da leghista dico che abbiamo anche pagato nostri errori e occorre andare avanti con la pulizia”.
”Maroni prenda subito in mano il partito”, suggerisce Pasquale da Brescia. “Spiace per Bossi, ma se cè’ Maroni la Lega prenderà un sacco di voti”.
Michelangelo da Carnate non ci sta: ”Su Bossi aspetterei la volontà dei militanti”. Quelli su di lui, aggiunge del resto Carla, ”erano tutti gossip, dobbiamo reagire”. Giancarlo da Milano si addentra in un’accorata orazione: ”La Lega l’ha creata Bossi, Umberto ti amo, ma i soldi per il dentista… se vieni a casa mia te li dò io! Grazie Umberto, anche se finito il tuo momento”.
I militanti che telefonano non fanno comunque alcun processo alla gestione del partito. Non lo fanno certo quelli che chiamano per contestare il presidente Napolitano perchè non ”ha mai parlato dell’inchiesta su Penati” o il premier Monti ”che ci vuole far diventare tutti musulmani” con la Turchia nell’Ue e ”mette solo tasse”. Anche queste sfumature di una base leghista non più monolitica come un tempo, nemmeno nella scelta degli argomenti.

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