Ex autista Bossi Jr.: “Mai pensato di ricattarlo”

Alessandro Marmello ha spiegato di avere filmato il passaggio di denaro al "Trota" per dimostrare "come funzionava il circuito". "Renzo lasciato solo con troppo potere".

(red.) ”No, non ci ho mai pensato, non ho mai pensato di ricattare Renzo Bossi” con il video girato di nascosto in auto. Lo ha detto l’ex autista di Renzo Bossi, Alessandro Marmello, rispondendo a una domanda al conduttore dell’Arena su Rai Uno, che gli ha chiesto se avesse mai pensato di ricattare il figlio di Umberto Bossi.
Renzo Bossi, ”è il mio parere, è stato lasciato solo con questa ‘potenza’ alle spalle che gli ha fatto un effetto un po’ troppo forte” e quindi ”il suo comportamento nei confronti di una persona, che in questo caso ero io” era ”usarmi in maniera un po’ impropria”, ha aggiunto l’ex body guard de “Il Trota” che, a seguito degli scandali piovuti sul partito si è dimesso da consigliere regionale, carica ottenuta con le elezioni del 2010 a Brescia.
Marmello la scorsa settimana aveva rilasciato a Oggi un’ intervista corredata da un video in cui aveva filmato passaggi di denaro in contante, anticipazioni cash dall’amministrazione di via Bellerio, a Bossi Jr. per le sue spese personali.
Marmello, poi sentito dai pm di Milano che indagano sui fondi del Carroccio, al settimanale aveva detto di essere stato ”il bancomat” di Renzo Bossi.
Alessandro Marmello, l’ex autista di Renzo Bossi, non è andato in Procura a denunciare i ‘rifornimenti’ di denaro in contante al figlio del leader della Lega perchè ”non ero sicuro fosse un reato”. L’ex autista del figlio del senatur, lunedì scorso è stato sentito come testimone dai pm milanesi che indagano sui fondi del Carroccio. Durante la trasmissione, rispondendo a una domanda, ha affermato di aver parlato della faccenda ”con l’ amministratore, perché era con lui che dovevo parlare” e non con Renzo Bossi: ”non era il mio datore di lavoro. Ho un contratto con la Lega Nord e non con lui”.
Marmello, oltre ad aver precisato ”non mi ha mai licenziato nessuno”, ha affermato di non definirsi ”un pentito” e di non essere in possesso di altro materiale per comprovare i presunti versamenti di denaro del partito a Renzo Bossi per le sue esigenze quotidiane. ”Io sono una persona onesta. Ho la fedina penale pulita e quindi anche per tutelarmi ho dovuto prendere delle contromisure personali”.
”Ho dovuto creare delle prove. Dimostrare quello che stava succedendo. Se no come avrei potuto fare?” ha continuato l’autista, che ha spiegato al conduttore di aver riferito all”’amministratore” del partito come stavano le cose: ”Io l’ho fatto presente, però quando toccavi certi argomenti, vedevo che si bypassava e a me questo non è andato più bene. Io ero lì da pochi mesi e non per fare una ricerca o un’investigazione particolare. Cioè io ho voluto solo dimostrare come funzionava il circuito”.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.