E’ allarme antipolitica: sale consenso per Grillo

Dopo la bufera che si è abbattuta sulla Lega, a più voci viene richiesta la riforma del finanziamento ai partiti, mentre cresce la "simpatia" per il Movimento 5 Stelle.

(red.) Dopo la bufera giudiziaria che si è abbattuta sulla Lega Nord per il presunto utilizzo “allegro” dei fondi destiinati al partito (che ha provocato le dimissioni di Umberto Bossi e del figlio Renzo, eletto a Brescia nel 2010 con 13mila preferenze), la legge sulla trasparenza dei finanziamenti ai partiti continua a tenere banco nel dibattito politico, dove però, oltre alle discussioni e ai distinguo sugli strumenti per ridurre il contributo pubblico, c’è da parte di tutti i leader politici la preoccupazione per i dati degli ultimi sondaggi in cui si evidenzia la crescita di consenso intorno al movimento di Beppe Grillo.
Un appello a non sottovalutare il ”vento” dell’antipolitica alimentato da ”apprendisti stregoni” arriva da segretario del Pd Pier Luigi Bersani che mette tutti in guardia: ”Se non lo contrastiamo ci spazzerà via tutti”. Usa gli stessi toni anche Nichi Vendola ”Grillo è un fenomeno di populismo”, ha detto il governatore Pugliese. Pronta la replica del diretto interessato: ”Pd e Pdl sono sotto il 20%”, è la convinzione del comico genovese che avverte: ”Ci vediamo in Parlamento, dentro o fuori”.
Convinto che l’unica arma da usare contro l’antipolitica sia proprio quella dei partiti è Andrea Riccardi: ”Penso”, ha osservato il ministro della Cooperazione, “che ci sia bisogno, in maniera vitale, dei partiti politici. Non si può indulgere nell’antipolitica”.
Ma, nonostante l’obiettivo di tutti sia quello di contrastare la disaffezione dei cittadini nei confronti della politica, ad esempio approvando in tempi brevi la nuova legge sul finanziamento ai partiti, le distanze sui dettagli delle nuove norme restano. Ad esempio sulla contribuzione da parte dei privati che vede favorevoli il Pdl e il Terzo Polo mentre il Pd è piu’ cauto. Bersani non chiude la porta, ma chiede chiarezza: ”C’è bisogno di una norma che controlli i bilanci dei partiti ma anche il tipo di donazione che fanno i privati”, ha detto il leader del Pd. Sul punto il segretario Democratico è stato chiaro: ”Non voglio che un partito si mantenga dovendo andare a chiedere soldi a manager o banchieri. Se andiamo per quella strada, comandano i più ricchi e i più forti, allora non siamo più in democrazia”.
Per Italo Bocchino, vice presidente di Fli ”la proposta ABC sui bilanci ai partiti rischia di essere acqua fresca senza un taglio drastico dei finanziamenti”, ha detto senza tanti giri di parole il ‘futurista’ che ha anche annunciato un emendamento ”per il taglio del 50% finanziamento pubblico” e nel farlo ha lanciato la sfida gli altri partiti: ”Vediamo chi ci sta”.
A favore della riduzione è anche Francesco Rutelli: ”Ci battiamo per il taglio di un terzo dei finanziamenti”, ha assicurato il presidente dell’Api. Mentre il leader dell’Idv, Antonio di Pietro, insiste per la cancellazione totale dell’ultima tranche di finanziamenti prevista per luglio: ”Se il rimborso elettorale non verrà revocato, noi rispetteremo quanto promesso: prenderemo la quota spettante all’Idv e ne faremo un assegno circolare che consegneremo al ministro del Lavoro”.
Una posizione, quella dell’ex pm, condivisa anche dal presidente della Lombardia Roberto Formigoni favorevole ”all’annullamento di qualsiasi contributo ai partiti”. Secondo il governatore lombardo, i partiti ”dovrebbero finanziarsi come si finanziano le onlus o le cooperative sociali ricorrendo ai contributi volontari di chi crede in loro”.
”Non credo che I partiti che portano a casa milioni di voti”, ha concluso, “abbiano difficoltà a chiedere ai militanti un contributo in denaro”.

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