Belsito: “‘Ndrangheta e 007? Accuse da pazzi”

L'ex tesoriere della Lega, in uno sfogo con il suo avvocato, non ci sta ad essere l'unico "capro espiatorio" della bufera che si è abbattuta sul Carroccio.

(red.) ”Ma dico, siamo pazzi? Hai sentito cos’ha detto il capo? Sono arrivati a dire che mi ha messo lì la ‘ndrangheta, che ci sono dietro i servizi segreti. Io e la ‘ndrangheta? Ma se non so nemmeno bene cos’è la ‘ndrangheta! Ma quali servizi segreti? Ma di che c… stanno parlando? Io sono sempre stato un buon amministratore e loro lo sanno”.
E’ lo sfogo di Francesco Belsito, ex tesoriere della Lega, con il suo avvocato Paolo Scovazzi mentre a Bergamo parlano sul palco Bossi e Maroni, come riportato dal Corriere della Sera.
Belsito esprime ”amarezza per tutto il fango che stanno buttando a palate su di me” e non comprende ”perchè il mio partito mi tratta cosi’?”. ”Lo so”, aggiunge, “all’improvviso sono diventato il mostro, il capo espiatorio, la carne da macello…capisco che possano decidere di sacrificarmi ma massacrarmi così…io non ci sto a questo gioco”.
A queste parole l’avvocato si limita a dire ”Aspettiamo che succeda qualcosa”, che, secondo il quotidiano di via Solferino, lascia intendere che ci potrebbe essere una convocazione in Procura, in cui Belsito potrebbe fornire nuovi dettagli all’inchiesta che lo riguarda.
Proprio mercoledì la Procura di Milano ha acquisito la famosa cartella sequestrata dalla cassaforte di Belsito e denominata “The Family” nella quale sono riportati i nomi dei componenti della famiglia Bossi e che gli inquirenti vogliono esaminare a fondo per scoprire se vi sia stata una gestione “allegra” dei fondi del carroccio a favore della famiglia del senatur.
Tra le spese che comparirebbero nel fascicolo anche quelle sostenute dal partito per sanare le multe del “Trota” (che nei giorni scorsi si è dimesso da consigliere regionale, carica per cui era stato eletto con 13mila preferenze proprio a Brescia) e le cure mediche sostenute per un’operazione di Sirio, terzogenito del leader della Lega, oltre a presunti “prelievi” per la ristrutturazione della villa di Gemonio del “Capo”.

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