“A2A, Brescia deve contare di più”

Quattro mozioni di Pdl, Pd, Lega e Udc per indirizzare l'azione del comune nella partita della società. A maggio il rinnovo del consiglio di gestione.

(red.) A2A non si vende. Perentoria la affermazione dell’assessore al Bilancio del Comune di Brescia Fausto Di Mezza durante la seduta della commissione Società partecipate chiamata a discutere del futuro della multiutility dopo la chiusura di un 2011 in rosso, gli scarsi dividendi e la ventilata ipotesi di cessione delle quote detenute dalla Loggia.
Viste le negative performance del titolo a Piazza Affari il comune ha valutato bene di non mettere in vendita la sua partecipazione in una delle società più importanti. Se da un lato il comune deve fare cassa per rispettare il Patto di Stabilità e andare in pareggio, nonostante i tagli ai finanziamenti e i mutui contratti per i lavori del metrobus, dall’altra però “svendere i gioielli di famiglia” non si rivelerebbe una scelta oculata.
Certo è che la Loggia deve comunque pensare ad un “piano B”, guardando forse, questa volta con maggiore determinazione, al capitolo alienazioni, un fronte già trattato e che potrebbe rappresentare l’unica chiave di volta.
Tornando ad A2A, sul piatto c’è anche il rinnovo dei consigli, che scadono a maggio e il toto-nomine. Non solo, nella giornata di mercoledì, Pdl, Pd, Udc e Lega Nord hanno presentato quattro singole mozioni per incanalare l’azione del comune nella partecipazione della multiutility, in vista di un consiglio ad hoc sul tema, più volte richiamato e non ancora fissato. Obiettivi dei documenti riconoscere le due vocazioni principali di A2A: la produzione e al commercio di energia (che spetterebbe a Milano) e l’aspetto ambientale sul ciclo dei rifiuti, termovalorizzatori, teleriscaldamento, ciclo dell’acqua (che competerebbe a Brescia).
E se la Leonessa d’Italia vuole “contare di più “nel consiglio di gestione, come sostenuto con forza dal centrosinistra (Del Bono e Boifava in testa), il capogruppo della Lega Nord Nicola Gallizioli ha sottolineato l’importanza che i consiglieri nominati si sentano “vincolati” dal documento consiliare stesso.
Un’unità auspicabile ma che deve fare i conti con la realtà delle diverse posizioni all’interno el Consiglio comunale, come quella dei democratici Claudio Bragaglio e Fabio Capra sostenitori della necessità di una discontinuità con la gestione precedente e fortemente critici con la linea seguita dal presidente Graziano Tarantini.
Per  Luigi Recupero di Ali il dialogo deve avvenire senza che ciò comporti ricadute del titolo in Borsa, come già avvenuto a seguito delle precedenti esternazioni dell’assessore al Bilancio del comune di Milano Bruno Tabacci.

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