Centrosinistra: grandi manovre senza un nome

Diverse realtà politiche stanno lavorando per trovare una squadra credibile. C'è chi pensa a Del Bono (Pd), la sua però non è una candidatura scontata.

(v.p.) Manca poco più di un anno alle elezioni amministrative di Brescia e diverse realtà politiche stanno lavorando per trovare una squadra che possa essere credibile per gli elettori.
Le manovre più significative, in questo momento, sono in corso nel centrosinistra, dove ogni giorno circolano rumors, indiscrezioni, ammiccamenti, attacchi, conferme e smentite. Il problema è che al momento non esiste ancora un nome che abbia messo d’accordo la coalizione e che possa contare su un sostegno unitario. Un dato importante per le valutazioni dei partiti arriverà dalle amministrative di maggio 2012, anche perché, ad oggi, il quadro è ancora un po’ confuso.
DEL BONO CANDIDATO; MA ANCHE NO. Il nome più speso per la sfida ad Adriano Paroli è quello di Emilio Del Bono, capogruppo in Loggia del Partito Democratico che, dopo la sconfitta della scorsa tornata, ha saputo lavorare bene all’opposizione  in consiglio comunale potendo contare, inoltre, sulla sintonia politica con il segretario cittadino, Giorgio De Martin, e su un rapporto di stima e fiducia con i consiglieri colleghi.
L’ex-deputato della Margherita, allevato politicamente da Mino Martinazzoli, una rivincita sul primo cittadino se la prenderebbe molto volentieri. Per poter conquistare la Loggia, però, Del Bono ha bisogno di due fattori fondamentali: il sostegno del suo partito, di tutto il partito, e una coalizione articolata e unita, sin dal primo turno, che lo spinga e lo difenda dalle – inevitabili – bordate della campagna elettorale.
In politica non si può perdere per due volte di fila, e questo Del Bono lo sa benissimo, dunque non rischierà più, come in passato. Se non avrà il sostegno che chiede sarà difficile che tenti una scalata alla poltrona da sindaco senza corde né ossigeno.
UN CORSINI IN LOGGIA PER TUTTE LE STAGIONI. Un aiuto inaspettato (o forse no) al candidato sindaco del centrosinistra potrebbe giungere da Paolo Corsini, deputato del Pd e per due mandati sindaco della città.
Il professore ha nostalgia di un ruolo politico locale, anche perché a Roma non ha mai trovato un incarico adatto alla sua esperienza amministrativa e difficilmente si ricandiderà per un seggio in Parlamento. Dunque, con un ruolo appropriato, l’ex-sindaco sarebbe disponibile a tornare.
Già, ma quale può essere un ruolo adatto per Paolo Corsini? Una posizione all’interno della lista del candidato sindaco rischierebbe di essere troppo ingombrante, ancor più se il nome scelto per correre alla massima poltrona della Loggia fosse del Pd.
Senza contare il fatto che alcuni esponenti politici non vedrebbero di buon occhio il rientro di Corsini, anche alla luce delle ultime vicende interne al Partito Democratico.
Una lista civica con il suo nome potrebbe quindi essere la soluzione ideale per garantire a Corsini la giusta indipendenza e, al tempo stesso, assicurare al candidato  sindaco la giusta visibilità senza l’ombra di un padrino ingombrante.
A SINISTRA FENAROLI E’ SCHIERATO. L’unico dato certo in questo momento è il nome, politicamente forte, di Marco Fenaroli. Sebbene l’ex-sindacalista rappresenti un po’ lo stereotipo della “sinistra vecchia” non tanto come età ma come impostazione, Fenaroli può contare su un bacino di tutto rispetto con il sostegno della Camera del Lavoro e dei Pensionati Spi-Cgil, categoria che ha guidato e che gli ha garantito, con l’alleanza della Fiom, dei voti necessari per diventare numero uno della Cgil nel Bresciano.
Ci sono poi Sel, Rifondazione e la sinistra del Pd (quella di Arturo Squassina e, a tratti, di Claudio Bragaglio), pronte a sostenere la candidatura di Fenaroli.
Insomma, un pezzo da novanta in grado di partecipare alle primarie o di correre da solo al primo turno e di incamerare alcune migliaia di voti. Una cosa è certa: il candidato sindaco del centrosinistra dovrà per forza di cose scendere a compromessi con questa coalizione.
Mirko Lombardi (Sel) e Fiorenzo Bertocchi (Rifondazione) in questi mesi hanno avuto una condotta diversa verso i possibili alleati. Il primo ha snobbato incontri e meeting, soprattutto nell’ultimo periodo, mentre il secondo è apparso più interessato a un dialogo con altre forze della sinistra.
PIATTAFORMA CIVICA, TU DA CHE PARTE STAI? All’ombra dei partiti ed estranea alle polemiche della vita partitica, Piattaforma civica continua a consolidarsi e, mattone dopo mattone, a costruire un progetto che potrebbe diventare la sorpresa delle prossime amministrative.
Il quartetto formato da Francesco Onofri, Flavio Pasotti, Walter Braghini e Salvatore Fierro si incontra, lavora ed è tenuto sotto la lente dai politici e dai cittadini. Ammiccamenti al momento non se ne fanno, anche se il dialogo con i due poli prosegue da tempo, ma certamente senza il blocco civico sarà difficile guidare la città, sia per il centrodestra, sia per il centrosinistra.
LAURA CASTELLETTI CHE FARA’? Bacchetta il centrodestra in Loggia e sul suo blog, Brescia per Passione. Ma Laura Castelletti l’opposizione non se la fila proprio. L’ex-presidente del consiglio comunale del sindaco Corsini ha saputo ritagliarsi una terra di mezzo, in cui esprimere idee e collaborare con i suoi simpatizzanti, che la sostengono e la aiutano spesso con efficacia ben maggiore di quanto riescano a fare le segreterie di partito.
Con l’arrivo delle elezioni, comunque, anche Castelletti dovrà decidere le proprie mosse politiche. E le alleanze. Non è detto, infatti, che il 6,5% di preferenze ottenuto nella scorsa tornata amministrativa le venga confermato. E il riavvicinamento del suo mentore politico Ettore Fermi a Brescia Mobilità, come anticipato da quiBrescia.it, potrebbe spaventare una fetta del suo elettorato, contrario a un’alleanza con l’attuale giunta comunale.
FERMI TUTTI: CI SIAMO ANCHE NOI (PSI). Nessuno si dimentichi del Psi. Lo schieramento guidato da Maria Cipriano nell’ultimo biennio si è buttato nella mischia intervenendo su tutti i fatti della politica locale e riuscendo a diventare, con il lavoro martellante del direttivo, un interlocutore valido per i partiti d’opposizione in città e in Provincia.
Se riuscisse a trasformarsi nella casa dei socialisti puri, concludendo la diaspora nata con il crollo delle prima repubblica, potrebbe puntare a un bacino interessante e di tutto rispetto.

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