Cesio 137, Arpa: “Quadro sito non chiaro”

Per il direttore Giulio Sesana, gli ultimi dati rilevati all'ex cava Piccinelli "non spiegano cosa sia successo né cosa stia succedendo all'ambiente".

(red.) “I dati sulla falda del sito radioattivo “ex cava Piccinelli” di Brescia non spiegano cosa sia successo né cosa stia succedendo all’ambiente”. Martedì, i campioni analizzati hanno escluso la presenza di Cesio 137 nell’acqua, ma per il direttore del dipartimento Arpa di Brescia, Giulio Sesana, il quadro del sito contaminato non è ancora chiaro.
Lo riferisce il giornalista di Radio Popolare Andrea Tornago che è tornato ad interrogare le istituzioni bresciane sul caso della presunta contaminazione radioattiva del sito nel quartiere a nord della città.
“Non si può pensare che quattro numeri risolvano sempre i casi di tutto…lì non abbiamo visto nulla, quello che poi può essere successo in dieci anni, in cinque anni, in tre anni è tutto da stabilire…” , ha affermato Sesana ai microfoni del network.
Il direttore dell’Arpa bresciana, infatti, non sembra condividere l’entusiasmo della giunta Paroli, che l’altro giorno ha comunicato l’esito degli esami delle acque di falda sotto all’ex cava Piccinelli: niente radioattività, dicono i campioni analizzati, ma ancora nessuna spiegazione dei fenomeni registrati nell’ambiente in questi ultimi tredici anni.
“Sappiamo solo che al momento non c’è contaminazione”, ha dichiarato Sesana, “non possiamo dire se in passato ci sia stato un contatto tra l’acqua e le scorie”.
Nel 2011 era stata proprio l’agenzia a lanciare l’allarme per la risalita della falda in quell’area di circa quattro metri: sulla base dei dati le scorie si trovavano a circa 4-5 metri di profondità e sarebbero state sommerse dalle acque in una porzione di terreno pari a circa 4 metri e mezzo. I dati resi noti martedì invece mostrano che la presenza di Cesio nell’acqua è inferiore di quasi cento volte rispetto al 2007.
“Come sia possibile che l’acqua sotto all’ex cava Piccinelli si sia addirittura ripulita resta un mistero”, sottolinea Radio Popolare, che aggiunge anche di “non escludere lo scenario peggiore: quello per cui la contaminazione si potrebbe essere già allontanata dal sito e stia viaggiando nella prima falda”.

 

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