Commercio, aperture non stop? No, grazie

Nella prima domenica di sperimentazione sugli orari dei negozi la manifestazione delle associazioni di categoria davanti ai centri commerciali.

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(red.) La sperimentazione sulle aperture domenicali dei negozi e dei centri commerciali in Lombardia è partita e anche nel Bresciano il decreto liberalizzazioni che consente ai negozianti di tenere sollevate le serrande ha trovato adesioni.
Ma, se da un lato, la novità piace alla clientela, dall’altro i più insoddisfatti sono proprio i lavoratori che, per protestare contro le aperture “no stop”, attraverso le associazioni di categoria, si sono riuniti domenica in tre presidi all’entrata di alcuni centri commerciali dove si è tenuta la “Giornata europea per le domeniche libere dal lavoro” cui hanno preso parte le federazioni Cisl Fisascat (davanti al Freccia Rossa), Cgil Filcams e Uil Uiltucs, (Auchan di Roncadelle e Concesio).
Attualmente le aperture domenicali straordinarie decise dal Governo nel pacchetto liberalizzazioni ammontano a 52, ma è attesa la sentenza della Corte Costituzionale per la competenza delle Regioni di decidere sul numero che, secondo le associazioni dei commercianti sono troppe. Anche la Lombardia ha fatto ricorso contro il decreto.
Contro le aperture “non stop” pesano, per gli addetti ai lavori, diversi fattori: innanzitutto la propensione al consumo viene incentivata solo in lieve misura, non sufficiente a sopperire ai costi legati alla gestione delle attività (stipendi, consumi, ecc…), mentre l’ ipotizzato incremento dei posti di lavoro, secondo le associazioni di categoria, altro non farebbe che accrescere quel tipo di occupazione precario che non risolverebbe il problema.
Nella giornata di domenica, secondo i dati Ascom, sono stati il 20% i negozi aperti.

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