Cadavere nella valigia, identificato l’indiano

E' Bhupinder Singh, 34 anni. Frequentava saltuariamente l'appartamento di via Cremona abitato da connazionali. Ucciso con diversi fendenti al torace.

(red.) Anche i riscontri sulle impronte digitali e quelli effettuati con l’Afis della questura hanno indicato che l’indiano 34enne ucciso a coltellate e ritrovato in una valigia in una palazzina di Brescia nella notte tra l’11 ed il 12 dicembre si chiamava Bhupinder Singh.
L’uomo era già conosciuto dalle forze dell’ordine: era stato fotosegnalato nell’estate del 2007 e allora l’uomo aveva dichiarato di lavorare come manovale, ma non risultano precedenti a suo carico. Importante ai fini dell’identificazione il tatuaggio di una colomba che l’uomo aveva sul braccio destro. Nell’abitazione di via Cremona è stato rinvenuto anche il suo tesserino per il trasporto pubblico.
Secondo i carabinieri di Brescia, la vittima frequentava saltuariamente ma con cadenza regolare l’appartamento di via Cremona dove è avvenuto il delitto.
Mercoledì è stata anche eseguita l’autopsia sulla salma dell’uomo: oltre venti i fendenti inferti alla vittima, di cui sei o sette al torace, risultati letali. Il 34enne immigrato era di alta statura, quasi un metro e novanta e chi l’ha ucciso ha forse sottovalutato la sua stazza. Con un  colpo di mannaia l’assassino o gli assassini hanno provato a disarticolare l’anca sinistra in modo da far entrare il corpo nel trolley blu dove è stato lasciato e poi ritrovato da un 20enne moldavo sulle scale della palazzina. Dentro la valigia anche l’arma del delitto: uno stiletto.
Intanto, nella serata di martedì, alla stazione centrale di Milano è stato identificato il titolare del contratto di affitto dell’appartamento in cui sarebbe avvenuto il delitto. Si tratta di un 39enne indiano Manginder Singh, che, sentito a lungo dai carabinieri alla caserma Masotti di Brescia avrebbe detto di essere assente dalla casa in quei giorni.
Gli investigatori sperano di riuscire a risalire ai nomi dei cinque occupanti dell’appartamento, tutti, pare, di professione muratori, con il vizio dell’alcol, visti anche la sera di sabato litigare in strada e poi rifugiarsi in casa all’arrivo delle forze dell’ordine.
L’appartamento è stato posto sotto sequestro, e le indagini affidate ai carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale, coordinate dal pm Leonardo Lesti.

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