Lago d’Idro, sui flussi c’è l’apertura di Trento

In un incontro tra i vertici del Pirellone e quelli della Provincia trentina la discussione sulla messa in sicurezza e sul rilascio d'acqua dal bacino per gli agricoltori.

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(red.) Gli assessori regionali al Territorio e Urbanistica Daniele Belotti e all’Agricoltura Giulio De Capitani hanno incontrato mercoledì, a Trento, il vice presidente della Provincia autonoma Alberto Pacher, assessore ai Lavori pubblici, Ambiente e Trasporti, sui temi della messa in sicurezza e del rilascio dei flussi d’acqua dal Lago d’Idro.
La realizzazione delle opere di messa in sicurezza del lago è il nodo del contendere. Particolarmente urgenti sono la realizzazione di una seconda galleria di deflusso, la messa in sicurezza della paleofrana e lo spostamento della traversa all’imbocco del fiume Chiese. Il progetto nuovo, in fase di valutazione di impatto ambientale a Roma, dà corso alle nuove opere, per un importo di circa 60 milioni di euro.
Il secondo tema è legato al rilascio dei quantitativi d’acqua da parte di Hde, la società partecipata dalla Provincia di Trento, che deve sottoscrivere un protocollo che sancisca i quantitativi d’acqua nel periodo estivo.
“Una questione vitale per le oltre 7.000 aziende agricole della bassa Bresciana e dell’alto Mantovano”, ha detto Belotti, “e che gravitano intorno all’asse del fiume Chiese”. “E’ stato un incontro positivo”, ha proseguito l’assessore, “ho trovato la disponibilità da parte della Provincia di Trento, nella persona del vice presidente Pacher, per riaprire un tavolo tecnico, che, entro la fine di novembre, dovrà arrivare alla determinazione di alcune scelte sia sul progetto della messa in sicurezza del lago che sui livelli e i quantitativi di rilascio dell’acqua’.
‘Siamo fiduciosi in un risultato positivo”, ha concluso Belotti, visto che abbiamo ribadito più volte come il comparto agricolo della zona del Chiese sia di primaria importanza non solo per l’economia lombarda ma anche nazionale’.
“E’ stato un incontro importante”, ha ribadito l’assessore De Capitani, “perchè ha consentito di mettere a fuoco le criticità che non avevano ancora permesso la sottoscrizione del protocollo che definisce la situazione. C’è molta aspettativa nelle zone agricole per l’utilizzo delle acque irrigue. Ci impegneremo ulteriormente per chiarire in tempi brevi tutte le questioni rimaste aperte su questi due temi’.
Sulla questione dell’acqua si è scatenata infatti una vera e propria guerra tra agricoltori bresciani e mantovani e provincia autonoma di Trento per il mancato rispetto dell’accordo con la Lombardia sull’uso delle risorse idriche dei bacini di Boazzo e Bissina, a nord del lago d’Idro.
Si tratta di 18 milioni di metri cubi d’acqua che la società Hidro Dolomiti Enel (Hde), società a capitale pubblico-privato, non rilascia nell’Eridio per conservarla come riserva per produrre energia elettrica.
Una situazione che ha portato al dimezzamento delle risorse irrigue per 7mila agricoltori che sono scesi sul piede di guerra.
Sulla vicenda era stato interpellato il governatore lombardo Roberto Formigoni che ha riscontrato il mancato rispetto delle indicazioni formulate al concessionario Alto Chiese riscontrando le pesanti conseguenze a carico degli agricoltori lombardi.

 

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