Lettere al direttore

Bragaglio (Pd): “Il mio sì al referendum per la rifroma elettorale”

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Egregio Direttore, per quanto mi riguarda firmo il referendum per la riforma elettorale. Venuta meno la proposta Passigli-Sartori che, con il correttivo della soglia del 4% ed un limitato premio di maggioranza, più si avvicinava al modello tedesco (o a quello dei Comuni) da me auspicato, assolutamente prioritario, oggi, è l’affossamento politico del Porcellum. Per questo anche la mia firma ed il mio impegno. Un “Sì”, senza se, ma accompagnato da alcuni inderogabili perché. Alcuni rafforzativi della scelta, altri di opportuno chiarimento.Un Sì al referendum, perché vi è la necessità di rompere un perverso meccanismo elettorale di nomina oligarchica, da cui far derivare un’auspicabile riforma elettorale, che non può certo essere affidata solo ad un Parlamento come questo, nella sua maggioranza berlusconizzato e fatto da nominati.Perché vi è la necessità d’una riforma che si avvicini il più possibile a quella proposta dal PD, e presentata da Bersani, che condivido alla lettera, pur partendo da un’ipotesi ben diversa, com’è la riproposizione del Mattarellum.Perché è meglio lanciarsi in un qualche consapevole slalom, piuttosto che sottrarsi ad una battaglia nel Paese e con i cittadini, contro il Porcellum. Perché si renderà sempre più esplicito il fatto che riforma elettorale e linea politica, soprattutto per il PD, coincidono e che il contrasto vero non è tra maggioritari e proporzionalisti, ma tra bipartitismo e bipolarismo. Tra le ambizioni velleitarie d’un partito maggioritario autosufficiente e la logica realistica d’una coalizione riformista, di cui il PD è parte fondamentale.Perché vi sarà l’opportunità di chiedere come mai tra gli attuali proponenti PD del referendum per il Mattarellum, numerosi siano coloro che han proposto i due referendum (1999 e 2000) per liquidare proprio il Mattarellum  (voluto nel ’93 da forze del centro sinistra).Perché sarà necessario spiegare la possibile convivenza di due opposti principi (proporzionalismo e maggioritarismo bipartitico, con voto di collegio uninominale a turno unico) dopo averla condannata senza appello, dal ’97 in poi, contribuendo così a destabilizzare l’Ulivo, pur di togliere quel 25% di quota proporzionale.Perché si dovranno capire le ragioni che hanno distrutto l’Ulivo, pur d’inseguire un insensato (ed impraticabile in Italia) rigido bipartitismo, ritrovandoci l’Unione come il frutto logico e perverso della liquidazione (e non dell’allargamento) dell’Ulivo. Perché andrà chiarito come mai alcuni attuali proponenti del Mattarellum abbiano condiviso la legge regionale toscana del 2003, che ha introdotto la lista bloccata ed ispirato l’anno dopo il Porcellum di Calderoli.Perché voler rivangare problemi? Semplicemente perché a nessuno è (dovrebbe esser) dato di coltivare all’ombra di memorie brevi od inesistenti troppe furbizie. Le disinvolture di chi, senza neppur una spiegazione, sostiene oggi il contrario di ieri, mentre prepara già la giravolta di domani.Perché, a mio giudizio, questo referendum (se ammissibile) serve solo, tecnicamente, per demolire il Porcellum, mentre deve rimanere ferma per il PD la proposta di Bersani. La sola credibile per un PD che intenda investire su una possibile alternativa, su un bipolarismo di coalizione, sull’aggregazione cattolico-popolare e d’una sinistra riformista, democratica e liberale (senza dover subire la condanna d’una nuova Unione) e su un’auspicabile alleanza con un polo di centro. E non sull’avventura della rianimazione, per il dopo Berlusconi, d’un nuovo bipartitismo. Magari attraverso la non troppo segreta speranza di poter sfilare poi la quota proporzionale del Mattarellum, per ritrovarsi bell’e che fatto un sistema uninominale ipermaggioritario e turno unico, pronto per il bipartitismo.Mi auguro che il cambio di linea politica, impresso al PD da Bersani, anche con la riforma elettorale, sia irreversibile. Anche per questo, a mio parere, l’area bersaniana non può starsene alla finestra. Il resto è solo un malinconico ritorno del veltronismo, o dell’asinello di Parisi, in attesa, come Godot, che s’affacci il miraggio d’un Grande Rottamatore. E non mi pare il caso. In quanto a spiritiche illusioni e cogenti delusioni, abbiamo già dato. E troppo. 

Claudio Bragaglio, consigliere comunale Pd

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