Forchettopoli, il Pd torna sulle carte

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    pdbrescia.jpgCome un Monopoli, 70 mila pieghevoli ripercorrono la vicenda fino all'archiviazione.


    forchettopoli.jpg(s.s.) A quasi due mesi di distanza dalla richiesta di archiviazione della procura sulla vicenda delle carte di credito usate dalla giunta di Brescia, il Partito Democratico torna ad accendere i riflettori sulla questione. E lo fa con una iniziativa quasi ludica, ma che ha tutto il sapore della propaganda politica.
    Si tratta di 70mila pieghevoli, già in distribuzione nelle case dei bresciani, in cui la segreteria cittadina e quella provinciale del partito hanno rappresentato una sorta di Monopoli, soprannominato “Forchettopoli”, con le tappe politiche e giudiziarie che hanno portato all’archiviazione.
    A fianco, il volantino riporta anche tutta la cronistoria della faccenda, dal dicembre 2009, quando il Pd in Loggia sollevò la questione con un’interrogazione in consiglio, fino al febbraio scorso con l’archiviazione. “Abbiamo voluto spiegare con precisione tutti i passaggi che sono accaduti in questa vicenda, affinché i bresciani non abbiano dubbi”, ha spiegato il segretario cittadino Giorgio De Martin.
    E non dimentichino. “Perché anche se il danno erariale è stato risarcito”, ha proseguito, “proprio quel gesto del sindaco ha indicato un'ammissione di responsabilità”. Il segretario cittadino, inoltre, vuole evitare che “componenti della giunta, vista l’archiviazione, si vantino che non è successo niente. Perché il pubblico ministero, nella sua richiesta, sottolinea comunque che le motivazioni addotte dagli assessori per giustificare l’uso delle carte di credito sono ‘alquanto sprovvedute per provenire da soggetti che governano una delle città più importanti del Paese’”.
    De Martin ha citato anche un’altra frase della richiesta del pm, che ha giudicato fondamentale, ovvero quella in cui si definisce ‘addebitabile agli indagati la disattenzione e una scarsa austerità nel qualificare di interesse pubblico spese forse non essenziali’. Su questo punto è intervenuta Giulia Zambolin, segretaria della sezione cittadina dei giovani: “Come accaduto per la ristrutturazione molto costosa dell’ufficio del sindaco, si tratta sempre di una questione di rispetto nei confronti di chi, anche a Brescia, in un momento come questo non riesce ad arrivare alla fine del mese”.
    “Non vogliamo interessarci solo di questi temi, ma continuare ad essere propositivi come siamo ad esempio per le questioni ambientali”, ha concluso De Martin, “per questo ci auguriamo che la giunta chiuda con queste piccole e inutili questioni, come quella dell’arredamento del sindaco, e torni ad interessarsi della città”.

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