Libero all’attacco di Monica Rizzi

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    rizzimonicamicro.jpgUn'inchiesta del quotidiano sui compensi dall'assessore in qualità di 'psicologa'.


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    (red.) Altre ‘grane’ per Monica Rizzi, l’assessore regionale allo Sport, di fede leghista e di origini bresciane, finita in un polverone mediatico a seguito della notizia di un millantato titolo da psicoterapeuta, che, secondo le accuse, non avrebbe mai conseguito, pur avendo percepito compensi in qualità di consulente.
    Contro di lei si è scagliato sia Il Fatto Quotidiano, per presunte parole razziste e minacce rivolte ad un’ispettrice incaricata di effettuare verifiche sulla azienda di proprietà del fidanzato della Rizzi (accuse prontamente rimandate al mittente dall'interessata), ed ora, in un attacco bipartisan, anche il quotidiano Libero che va a fondo sui presunti titoli conseguiti dalla bionda camuna.
    I titoli fantasma di Monica Rizzi, assessore regionale allo Sport targato Lega”, si legge sulle pagine di Libero, “tornano a galla anche nei documenti della Provincia di Brescia, per la quale la politica aveva lavorato qualche anno fa. Si tratta dello stesso periodo in cui la Rizzi partecipava a convegni sugli abusi ai minori presentandosi come psicoterapeuta infantile. Fatti sul quale la Procura di Brescia sta indagando da un anno. Il tutto sulla base di una denuncia presentata dall’Ordine degli Psicologi”.
    Per il giornale bisogna tornare al 2005 quando “la giunta bresciana stava lanciando il fumoso progetto 'Equal', iniziativa destinata a rilanciare il “sistema delle imprese sociali per la gestione di parchi e territorio”, toccando anche la Valle Camonica, feudo dell’assessore, all’epoca consigliere regionale per il Carroccio”. In quell’occasione, scrive Libero, “Rizzi si era proposta come collaboratrice quale “esperta di azioni di mainstreaming per un’area, quella della Valle Camonica, con importante valenza sociale”. Valore della consulenza: 3mila euro.
    Nel curriculum allegato l’assessore allo Sport aveva indicato, ed è questo il documento agli atti su cui si scaglia il quotidiano, una “Scuola di specializzazione in Psicologia Infantile di Ginevra” nella quale Rizzi avrebbe conseguito un “diploma di 'Psicologia Infantile' ”.
    L’incarico venne assegnato all’assessore, ma la retribuzione ridotta di un terzo, ovvero 1000 euro.
    Il legale di Monica Rizzi, l’avvocato Alessandro Diddi, qualche giorno fa ha spiegato che la sua assistita “non ha alcuna laurea in psicologia e, dunque, non ha da temere per titoli che non ha mai conseguito e nemmeno mai esibito”.
    Libero prosegue l’affondo affermando che tramite una semplice ricerca internet è possibile trovare “qualche traccia del suo diploma svizzero”, e anche che “nel curriculum presentato in Provincia sostiene di aver terminato gli studi nel 1995”. Ma, spiega il giornale, “per accedere a questi corsi è richiesto un diploma in medicina. Più o meno lo stesso iter richiesto in Italia”.
    Lo scorso anno l’Ordine degli Psicologi ha presentato una denuncia poiché Rizzi, che aveva partecipato a dei convegni in qualità di psicoterapeuta, non risulta invece iscritta all’Albo.

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