Terreno al Pcb: tre a giudizio

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    parco.jpgDal 19 ottobre il processo per lo smaltimento irregolare del materiale dell'area di via Nullo.

    (red.) Tre persone sono state rinviate a giudizio per lo smaltimento illecito del terreno inquinato dal Pcb prelevato durante le operazioni di bonifica dal parco di via Nullo, a fianco della fabbrica Caffaro di via Milano, nella zona Ovest di Brescia.
    Come si ricorderà, l'area era stata posta sotto sequestro nel novembre scorso (
    leggi la notizia), insieme con la cava nella quale i camion avevano trasportato senza molte precauzioni il terriccio scavato dalla superficie.
    L'appalto era stato preparato dal municipio cittadino (vedi qui) e vinto dalla ditta «Italnoleggi» che poi l'aveva ceduto alla «Moviter» di Edolo.
    Nel mirino sono finiti Andrea Pelucchi, contitolare della società «Onesti», Massimo Mombelli, proprietario della cava «EsseEmme» di Manerbio dove finiva il materiale e Annamaria Plona, rappresentante legale della «Moviter».
    Nell'inchiesta è coinvolto anche Davide Bianchi, 40enne di Corteno Golgi che si trova in carcere dallo scorso giugno (
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    La richiesta di rinvio a giudizio della Procura è stata accolta dal gip Francesco Nappo. Il gruppo è accusato di aver smaltito alla leggera la terra al Pcb prelevata dal parco cittadino di via Nullo.
    Il processo per violazioni al testo unico ambientale, frode di pubbliche forniture, false annotazioni e truffa inizierà il prossimo 19 ottobre.
    La società A2A e  il comune di Brescia si sono costituiti parte civile.
    Gli agenti del Nita, il nucleo anti inquinamento costituito presso la Procura di Brescia, hanno accertato che anziché portare il materiale al Pcb prelevato dai giardini di via Nullo nei centri autorizzati al trattamento e poi in discarica, i camion scaricavano il terriccio direttamente nella cava di Manerbio. Sono stati stoccate in questo modo migliaia di tonnellate di terra pari a 142 camion.
    Gli imprenditori coinvolti hanno sempre sostenuto che il materiale prelevato a Brescia – stando alle analisi da loro fatte effettuare – non era pericoloso e non richiedeva quindi un particolare trattamento.
    Secondo l'accusa, però, la Moviter è coinvolta anche in un altro traffico irregolare di rifiuti provenienti dai lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria delle fognature pubbliche delle province di Brescia e di Bergamo.
    L'attività, appaltata da A2A che pagava l'azienda camuna, prevedeva particolari procedure di smaltimento dei residui, che invece sarebbero stati stoccati illegalmente in siti che però non sono stati individuati dagli investigatori.

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