Prevalle, massacrata dal nipote

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    carabinieri1.jpgLa vittima è Carla Ruffatto, 83enne. Ferita la figlia. In manette Emiliano Dolcetti.

    (red.) Episodio di inaudita violenza frutto, probabilmente, della dipendenza dalla cocaina. Una donna di 83 anni residente a Celle di Prevalle, in provincia di Brescia, è morta nella propria abitazione dopo essere stata aggredita e colpita ripetutamente con una piccola accetta da un suo nipote, Emiliano Dolcetti, 35enne residente in paese e con accertati problemi di droga.
    Secondo la ricostruzione dei carabinieri, Carla Ruffatto Dolcetti, vedova e pensionata, si trovava in compagnia di sua figlia di 58 anni, Franca Dolcetti, nella propria abitazione situata in una cascina di via San Pietro 29 a Prevalle.
    Erano circa le 12 quando alla porta ha suonato il nipote che, entrato in casa con la scusa di dover lasciare una busta, avrebbe chiesto del denaro all'anziana zia.
    Al rifiuto della donna, l'uomo avrebbe perso le staffe colpendo più volte l'83enne con l'arma che aveva portato con sè. Anche la figlia della vittima, cugina dell'assassino, è stata ferita. Ma, nonostante i tagli e lo choc, è riuscita a far chiamare i carabinieri lanciando l'allarme avvisando con il telefono Flora Dolcetti, un'altra cugina che abita vicino.
    E' stata lei a scoprire la scena del delitto e ad avvisare il 118.
    Purtroppo per Carla Ruffatto, i soccorsi sono stati inutili: quando sono arrivati entrambe le vittime erano in un lago di sangue, ma l'anziana era spirata qualche istante dopo l'aggressione, colpita con forza dietro l'orecchio.
    La figlia, insegnante elementare che vive a Milano e torna in paese per le vacanze, è ricoverata in gravi condizioni alla Poliambulanza ma non corre pericolo di vita.
    I militari si sono messi sulle tracce del 35enne, che si era allontanato con la sua Opel Frontera di colore blu. E' scattata una vera e propria caccia all'uomo, con posti di blocco in tutta la zona e l'appoggio dall'alto dell'elicottero dell'Arma.
    L'uomo è stato catturato nel tardo pomeriggio, verso le 19, sulle rive del fiume Chiese che stava tentando di attraversare.
    Emiliano Dolcetti, vittima della tossicodipendenza, lavorava con il padre Dante nella ditta di famiglia per lo stampaggio di materie plastiche.
    Purtroppo la sua vita è stata rovinata dai problemi di droga: è stato a lungo in una comunità di Calvisano e ha avuto anche esperienze in ospedale giudiziario a Reggio Emilia e Castiglione delle Stiviere.

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